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Hiv, un ricercatore sassarese scopre come combatterlo

di Luca Fiori
Il biologo sassarese Federico Santoni
Il biologo sassarese Federico Santoni

Il biologo Federico Santoni ha pubblicato lo studio su Nature: trovata la proteina che combatte l’Aids

07 ottobre 2015
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SASSARI. C’è l’intuizione e il lungo lavoro di ricerca di un ricercatore sassarese dietro una scoperta rivoluzionaria che potrebbe aprire nuove prospettive nella lotta all’Aids. Lo studio rivoluzionario, pubblicato i giorni scorsi sulla prestigiosa rivista scientifica “Nature”, porta la firma di Federico Santoni, 42 anni, una laurea in ingegneria elettronica presa al politecnico di Torino e un dottorato di ricerca conseguito a Ginevra, dove lo studioso di Sassari vive e lavora ormai da anni.

La scoperta dovrebbe rivoluzionare i nuovi studi sulla sindrome da immunodeficienza acquisita, riguardo alla quale lavorano intere generazioni di ricercatori in tutto il mondo dai primi anni Ottanta. Al termine di un lavoro iniziato nel 2010, Federico Santoni e Massimo Pizzato, virologo dell’università di Trento, hanno individuato una proteina, chiamata SerinC5, in grado di inibire il virus dell’Hiv. La scoperta dovrebbe consentire di ipotizzare finalmente la creazione di un farmaco curativo e risolutivo della malattia.

L’idea per sconfiggere il virus è nata cinque anni fa quando Santoni e Pizzato lavoravano insieme per l’università svizzera. «Abbiamo pensato di impiegare dei metodi computazionali - spiega lo studioso sassarese - per rispondere ad alcune domande sul virus dell’Aids». Applicando alla biologia tecniche proprie dell’informatica i due sono giunti infatti ad una conclusione che potrebbe aprire la strada per la cura di una patologia che fino al 2013 aveva contagiato 78 milioni di persone nel mondo, uccidendone 39.

Diploma al liceo Scientifico Spano di Sassari, otto anni di impiego presso il Crs4 di Pula (il centro di ricerca multidisciplinare della Sardegna) lo studioso sassarese, che da ragazzino ha indossato la maglia della Torres e sognava un futuro da calciatore, potrà essere ricordato per una scoperta che svela finalmente come attaccare il virus.

«Serviranno altre ricerche, potrebbero volerci diversi anni - spiega Santoni - ma ora tutto il mondo scientifico impegnato sull’Hiv si concentrerà su questa novità». Nello studio pubblicato su “Nature” Santoni e Pizzato spiegano che sono due le proteine protagoniste della ricerca: la Nef, una sorta di arma che il virus utilizza per scardinare le difese cellulari, e appunto la SerinC5, che si trova sulla membrana cellulare ed è in grado di arrestare l’infezione. «Nef è nota da vent’anni, sappiamo che è una proteina multifunzionale - aggiunge Federico Santoni - ciò che ancora non avevamo compreso è il modo in cui sviluppa la sua attività primaria, ovvero quella di aumentare l’infettività dell’Hiv».

Due i percorsi possibili per arrivare ad una sperimentazione clinica. «Uno consiste nel trovare una sostanza che si frapponga tra le due proteine - spiega il biologo computazionale - in modo che non riescano ad interagire, l’altro è l’elaborazione di una terapia che modifichi geneticamente SerinC5 in modo che Nef non sia più in grado di attaccarla». Sarà un lavoro lungo, ma la strada aperta dallo studioso sassarese potrebbe essere quella giusta per sconfiggere il virus.

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