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Addio banca, anche in Sardegna arrivano i prestiti da privato a privato

Addio banca, anche in Sardegna arrivano i prestiti da privato a privato

Il Cms, associazione di dipendenti pubblici, offre la possibilità di scambi di denaro a interessi convenienti sulla piattaforma informatica Prestiamoci

11 ottobre 2015
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CAGLIARI. Si chiama Prestiamoci, è una piattaforma informatica gestita dalla società “Agata spa” e ha una missione che fino al 2009 in Italia era materialmente impossibile: il prestito di soldi da privato a privato senza l’intermediazione di una banca. La formula è quella del social lending secondo lo schema peer to peer, definizione finora familiare solo se applicata al campo educativo (di bambini, di gruppi di adulti), ma quasi mai udita come strumento economico.

Il Cms, l’associazione di mutuo soccorso dei dipendenti pubblici della Sardegna di cui fanno parte ottomila dei centomila lavoratori sardi di ministeri, enti, apparati amministrativi di vario livello territoriale, si è agganciato a questa piattaforma per offrire il servizio agli associati sardi. Il suo presidente, Pasquale Biasioli, mette l’accento sul fatto che questa forma di prestito è semi-sconosciuta e, in Italia, c’è solo un’altra organizzazione con lo stesso scopo sociale. Una decina di giorni fa Prestiamoci ha erogato il primo prestito a un dipendente pubblico sardo, il prestito lo possono chiedere solo i dipendenti pubblici mentre il prestatore può non esserlo. «In futuro – spiega Biasioli – si potrà pensare di allargare la possibilità di erogare denaro anche a persone non dipendenti pubbliche». Comprensibile che il passo sarà molto meditato perché la garanzia della solvibilità del debitore nasce anche da una delle modalità con le quali il prestito viene restituito: la restituzione mensile della cifra pattuita per arrivare all’intera somma ricevuta avviene con un prelievo nella busta paga tramite delega irrevocabile. Il datore di lavoro effettua il prelievo a favore della piattaforma che lo indirizzerà verso i prestatori del denaro: una volta che si deciderà di ampliare la categoria delle persone cui erogare prestiti, chi si fa carico del prelievo in busta paga, dovrà avere la stessa affidabilità di un’amministrazione pubblica.

Il prestito peer to peer avviato tramite la società Agata è l’evoluzione dell’attività solidale condotta dall’associazione Cms nei suoi 23 anni di vita. Spiega Biasioli che l’associazione funziona come gruppo di acquisto e rappresenta anche un baluardo contro l’usura perché, grazie agli accordi con le banche, negli anni il Cms ha potuto promuovere prestiti ai soci sardi per 180 milioni di euro. Il prestito erogato attraverso la piattaforma è conveniente per chi lo fa perché frutta più dei buoni del tesoro. Chi ha del denaro lo mette a disposizione della piattaforma la quale lo divide in pacchetti che verranno distribuiti fra diversi richiedenti. In altre parole: i soldi di un risparmiatore non vengono dati interamente a un solo richiedente. «La piattaforma e questo tipo di prestito - sottolinea Biasioli - sono approvati da Bankitalia - si tratta di un’innovazione in materia di credito che lo Stato ha osteggiato a lungo fino a quando nel 2009 l’Unione europea lo ha imposto. La solvibilità del richiedente viene valutata secondo criteri ufficiali, quelli contenuti nelle sette classi che fanno testo anche per le banche. Ciascun risparmiatore decide a quale categoria di rischio affidare i propri soldi, il rischio atteso viene misurato con parametri precisi. Biasioli assicura che «ogni richiedente ha sempre il tasso migliore». Infine,la convenienza per la piattaforma (che è gestita da personale remunerato): al debitore si pratica un tasso del 5,80, al creditore spetta un 3,90, quel che resta va alla piattaforma. (a.s.)

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