La Nuova Sardegna

poligoni e polemiche

Servitù militari, Pigliaru al Governo: «Vogliamo subito le dismissioni»

di Silvia Sanna
Servitù militari, Pigliaru al Governo: «Vogliamo subito le dismissioni»

Il governatore ribadisce la posizione della Regione e assicura pressione costante sul Ministero. L’esercitazione Trident Juncture: «È la conseguenza di uno stato di cose inaccettabile»

11 ottobre 2015
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SASSARI. Soldati, armi, missili, spari: a Teulada c’è l’esercitazione Trident Juncture, forse la più grande nella storia dell’isola. La Sardegna teatro dei giochi di guerra, al centro dei piani nazionali e presidio fondamentale negli scenari internazionali della Nato. Una situazione che il governatore Francesco Pigliaru definisce «inaccettabile», che «abbiamo denunciato come tale sin dal primo momento».

Il presidente della Regione interviene nella polemica sulle servitù. Lo fa in un momento molto delicato, subito dopo che il ministro dela Difesa Roberta Pinotti – nonostante il parere contrario espresso dal Comipa nella seduta del 9 luglio – ha dato il via libera a un fitto calendario di esercitazioni che andranno avanti sino al 21 dicembre. A fermare i giochi di guerra saranno le feste di Natale. Poi non si sa che cosa accadrà. Intanto c’è Trident Juncture, che richiamerà nell’isola le forze armate di 30 Paesi. Pigliaru non sta a guardare e ribadisce la posizione della Regione, che vuole un’isola libera dalle servitù.

«Il Governo ci ascolti». «Questa esercitazione, la più importante, rientra in uno stato di cose inaccettabile, sul quale la precedente giunta di centrodestra non ha saputo incidere in alcun modo». Il governatore Pigliaru replica senza nominarlo al suo predecessore Ugo Cappellacci, che proprio ieri aveva sollevato molti dubbi sulla politica antimilitarista dell’attuale giunta regionale. «Al di là del singolo episodio – prosegue Pigliaru – ciò a cui puntiamo è cambiare la prospettiva. La posizione della Regione è ferma e chiara fin dal primo giorno, presa in Conferenza nazionale e ribadita nelle richieste al Governo».

Le richieste. Il presidente riassume i punti essenziali: «Vogliamo un riequilibrio del gravame militare attraverso la previsione di una progressiva diminuzione delle aree soggette a vincoli, la graduale dismissione dei poligoni di Capo Frasca e Teulada e la riconversione del poligono interforze di Quirra». Si tratta di un processo lungo, che richiede incontri, trattative, approfondimenti. Un lavoro intenso che, assicura Pigliaru, la Regione porta avanti con atteggiamento deciso. «Nel frattempo – prosegue il governatore – mentre lavoriamo con l’obiettivo di una diminuzione significativa delle servitù, esigiamo misure di mitigazione importanti: alcune le abbiamo ottenute, a partire dall’allungamento della stagione di sospensione delle esercitazioni, sulle altre continuiamo a lavorare. Questo lo scenario generale, queste le richieste su cui la nostra pressione nei confronti del governo è continua e costante. E ora è giunto il momento di stringere i tempi: ci aspettiamo risposte e ce le aspettiamo subito».

Lo scenario. In attesa che la Regione porti a casa altri risultati, le esercitazioni nell’isola vanno avanti. Nonostante il Comipa, il Comitato paritetico, avesse chiesto al ministero della Difesa risposte su temi cruciali. Innanzitutto almeno una piccola riduzione – pari all’1 per cento – dell’area militare a Teulada, l’immediata erogazione degli indennizzi arretrati (20 milioni) ai Comuni gravati dalla presenza militare e lo scioglimento del nodo sulla possibile nuova servitù di Guardia Del Moro. Tutte domande rimaste, almeno per ora, senza risposta.

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