La Nuova Sardegna

Nato, al via la maxi esercitazione che coinvolge la Sardegna: 36mila militari di 35 Paesi

Un'esercitazione militare nel poligono di Teulada
Un'esercitazione militare nel poligono di Teulada

Trident Juncture, prove di intervento anti-Isis nel Mediterraneo. Brigata Sassari impegnata a Capo Teulada: in totale 1500 soldati all'opera nel poligono isolano. Interventi aerei, ma solo con passaggi in cielo: nessuno sgancio di materiale. Coinvolta anche la base aerea di Decimomannu

19 ottobre 2015
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TRAPANI. Una nazione invade un piccolo Stato vicino, e minaccia di fare altrettanto con un altro Paese. Si riunisce il Consiglio di sicurezza dell’Onu e dà mandato alla Nato di intervenire in difesa del Paese invaso e a tutela di quello minacciato di subire la stessa sorte.

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La Nato interviene, scatta l’operazione «Trident Juncture 2015», l’esecitazione che da mercoledì 21 fino al 6 novembre prossimo coinvolgerà anche basi militari della Sardegna: Capo Teulada (con la presenza della Brigata Sassari) e Decimomannu.

Numeri impressionanti quelli studiati a tavolino e quindi tradotti in fase operativa: 36mila militari, pari a 230 unità, di 28 Paesi Nato e di altri 7 partner (Finlandia, Svezia e l’Ucraina che da anni è in predicato di entrare nell’Alleanza atlantica, quindi Austria, Bosnia Erzegovina, Macedonia e Australia); oltre 140 aerei; 60 navi; teatro operativo Italia, Portogallo, Spagna, Oceano Atlantico e mar Mediterraneo.

Paesi osservatori come Brasile, Messico, Colombia. Inoltre, diverse organizzazioni non governative e organizzazioni umanitarie. E - per la prima volta - anche industrie internazionali della difesa.

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L’obiettivo è anche avere risposte agili al terrorismo di matrice islamica, ovvero anti-Isis. Il nome del Paese invasore - sulla carta e puramente teorico - non è dato di conoscere. Quattromila i militari italiani che devono intervenire. Oggi, lunedì 19, si è svolta la cerimonia di apertura nello scalo militare del 37/o Stormo dell’Aeronautica militare di Trapani Birgi, che sarà uno degli scenari italiani coinvolti, assieme a Capo Teulada per l’Esercito, le acque del Mediterraneo centrale per la Marina, con apporti aerei da Grosseto, Pisa, Amendola (Foggia) e Decimomannu.

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L'Esercito sarà presente a Capo Teulada con la brigata meccanizzata Sassari: sarà impiegato un battaglione bersaglieri e una compagnia del Genio. Saranno circa mille i militari italiani, cui si aggiungeranno 500 stranieri (Albania, Stati Uniti, Ungheria, Germania e Spagna). Saranno impiegati 5 elicotteri, di cui tre Mangusta, una batteria di artiglieria che farà attività con quella statunitense.

L’operazione interforze prevede interventi aerei ma - viene precisato - non ci sarà sgancio di materiale sul poligono di Capo Teulada, neanche munizionamento inerte, solo passaggi in cielo. L’Aeronautica contribuirà da Trapani Birgi con 6 Eurofighter, 7 Tornado e 4 Amx, da Grosseto con 4 Eurofighter; da Amendola con un Predator; da Pisa con un C130 e un C27; da Pratica di Mare con aereo-tank KC767 per i rifornimenti in voloda Decimomannu con 4 elicotteri.

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La Marina avrà una fregata, un’unità della classe San Giusto, un’unità di fucilieri che sarà impegnata in attività anfibia nell’area riferita a Capo Teulada.

L’avvio della cerimonia è stata la presentazione delle bandiere nazionali dei Paesi partecipanti all’esercitazione e quindi la bandiera Nato. Presenti il capo di Stato Maggiore della Difesa italiano, generale Claudio Graziano, il sottosegretario alla Difesa Gioacchino Alfano, il vice Segretario generale della Nato, l’ambasciatore Alexander Vershbow, il comandante supremo alleato della Trasformazione (ACT), generale Denis Mercier, il responsabile del comando alleato interforze di Brunssum (JFC B), il capo militare Nato in Europa, generale Petr Pavel, ed altri rappresentanti dei vertici dell’Alleanza.

Particolarità di questa esercitazione è quella rappresentata dall’area operativa: il fianco sud dell’Alleanza atlantica, area dove in realtà le crisi politiche e le conseguenti ricadute militari sono sempre più emergenti. E questo aspetto viene sottolineato a più riprese dagli addetti ai lavori.

L’apporto italiano all’estero durante questa esercitazione prevede la presenza di 200 militari: in Spagna, fulcro a Saragozza, una batteria antiaerea, team tattici (intelligence, psicologica, Genio e cooperazione), un reggimento di parà; in Portogallo un reggimento di Lagunari.

«Il susseguirsi di episodi di terrorismo internazionale, le recenti crisi in Asia, la situazione in Medio Oriente e anche in Europa e la difficile crisi in più aree hanno evidenziato l’esigenza di disporre in tempi brevi di strumenti efficaci, non solo militari», ha sottolineato nel suo intervento il sottosegretario alla Difesa Gioacchino Alfano.

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