La Nuova Sardegna

Risate con le maschere di Max Giusti

di Monica De Murtas
Risate con le maschere di Max Giusti

Al Verdi tutti i personaggi del comico e la Sardegna esilarante della sua infanzia

19 ottobre 2015
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SASSARI. Anchorman televisivo, attore, showman, imitatore dalle mille facce e gli infiniti sketch Max Giusti riparte con il teatro e lo fa a Sassari inaugurando trionfalmente la nuova stagione del Verdi. Figlio di un romano e di una sarda Giusti, total look nero e sorriso smagliante, sale sul palco accompagnato dalla sua band e da un'energia contagiosa da grande debutto.

«Finalmente sono qui -urla entrando in scena a grandi passi -questa è la mia prima volta in Sardegna quasi non riesco a crederci». In due ore e mezzo senza pause Giusti mostra tutto il suo talento eclettico va quasi sempre a braccio aprendo un dialogo con gli spettatori entusiasti e partecipi. Per accorciare ulteriormente le distanze scende tra il pubblico superando ogni ostacolo. «Questa cos'è la fossa dei coccodrilli?–commenta indicando la buca dell'orchestra– sfruttatela d'estate che ci viene fuori 'na bella piscina». Qua e là emerge il filo sotterraneo di un copione costruito su personaggi e imitazioni ormai diventati cavalli di battaglia ma a dare intensità allo show sono soprattutto racconti di vita che evocano vacanze in famiglia su spiagge sarde e laziali, musiche di autoradio anni '70 e sigle di cartoni animati. Ad ogni racconto parte un brano musicale “tutti al mare”, “piccolo grande amore”.

Nell'esilarante Amarcord di Giusti c'è posto per tutto così lo show diventa anche una riflessione sul rapporto genitori e figli. «Mio padre è proprio romano, corporatura grossa, voce grossa, è così romano che a scuola veniva a prendermi con la biga». Per descrivere il rapporto con la madre imita la sua voce sottile, l'accento sardo. «La mia è una famiglia semplice -spiega- di immigrati, i soldi per il traghetto erano una questione economica insormontabile per cui son venuto in Sardegna per la prima volta a 13 anni. Sino quel momento per me il mare era la spiaggia libera di Fiumicino dove l'unica cosa viva che fluttuava in acqua erano gli assorbenti con le ali. Poi feci il primo bagno ad Is Aruttas. Misi la maschera e dopo dieci secondi schizzai fuori dall'acqua, terrorizzato, e chi li aveva mai visti i pesci? Al mare andavo con mio zio Pasquale con lui il vero problema era capirsi parlava solo in sardo-dice Giusti– partendo con un grammelot oristanese che fa esplodere il pubblico in una irrefrenabile risata. Aveva anche una Panda zio che come diceva lui serviva “pa andà' in donzi loggu” e aveva una sola cassetta nell'autoradio quella del duo Puggioni, dopo tre ore ininterrotte di ascolto era come farsi di LSD, giuro, provocava anche allucinazioni!»

Oltre la Sardegna dell'infanzia arrivano anche tra gli applausi scroscianti del pubblico le sue imitazioni più celebri tra cui Don Matteo e Cristiano Malgioglio. «Ecco perchè desideravo tanto venire qui -dice salutando- è sempre un'emozione tornare a casa!».

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