La Nuova Sardegna

Sanità, la pagella degli ospedali sardi: bocciati da due indagini

Un intervento chirurgico in un'immagine d'archivio
Un intervento chirurgico in un'immagine d'archivio

Performance basse secondo l'Agenzia nazionale per la sanità e Thatmorning (dove votano i pazienti). Distacco netto dalle regioni italiane più virtuose

20 ottobre 2015
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Qual è la pagella degli ospedali sardi? Non è per nulla buona, secondo due indagini. Nella prima dell’Agenzia nazionale per la sanità, la Sardegna è agli ultimi posti della classifica su efficienza, qualità e sicurezza nei ricoveri e negli interventi. Solo il 15 per cento degli ospedali – scrive l’Agenas – rispetta i parametri minimi previsti dal ministero.

Il distacco è netto dalle regioni più virtuose (al primo posto la Toscana, subito dopo Emilia Romagna e Lombardia) e invece molto vicino alle maglie nere nazionali: Campania, Puglia, Molise e Umbria.

La seconda indagine è fimata dalla Thatmorning, sito che ricorda quanto fa Tripadvisor per hotel ristorantil. Dunque, è un voto più social che oggettivo ma il risultato negativo non cambia.

Questa volta a votare sono i pazienti, che devono valutare tra l’altro la qualità del ricovero, e le cui risposte sono poi incrociate con il dossier dell’Agenas. Per Thatmorning la valutazione della Sardegna è di 3,4 punti, con una posizione in classifica generale abbastanza bassa se messa a confronto con il 4,3 nazionale, dato di per sè già spaventosamente in rosso rispetto agli standard europei.

Sono due indagini significative e se vogliamo indipendenti, ma che comunque vanno prese con le molle. Perché spesso non è facile confrontare gli ospedali grandi con quelli piccoli, oppure mettere allo specchio la casistica molto più alta delle strutture metropolitane con le perfomance delle sale operatorie decentrate. Sta di fatto che, secondo gli autori, sono «rapporti attendibili».

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Agenas. Il dossier dell’Agenzia, alla quarta edizione, mette a confronto i risultati ottenuti in base a 47 indicatori comuni a tutti gli ospedali e che vanno dalla mortalità a 30 giorni per ictus a quella in caso d’infarto, dalla proporzione dei parti con taglio cesareo alle complicanze in caso di tumore al colon.

Ecco alcuni esempi della pagella. Per quanto riguarda ostetricia, gli ospedali Segni di Ozieri e Merlo di La Maddalena sono sotto la media nazionale nelle complicazioni dopo un parto naturale. Il doppio nel primo caso, con lo 0,87 per cento contro lo 0,7, nel resto d’Italia, e del triplo a La Maddalena, con l’1,03. La mortalità negli interventi in caso di tumori al colon in Italia è del 4,37 per cento, ma al Brotzu è del 4,87, al San Francesco di Nuoro dell’8,95 e al Santa Barbara d’Iglesias del 15,71. Le branche della chirurgia degli ospedali sardi sono sempre in fondo e alla voce «frattura del femore operata entro 2 giorni» l’ospedale Civile di Sassari e il Marino di Cagliari hanno fra le percentuali più basse.

Nel dossier dell’Agenas ci sono anche molti altri dati e va detto che in alcuni casi, soprattutto sul versante cardiologico, alla Sardegna sono riconosciute diverse eccellenze.

Ma la media complessiva è tutt’altro che buona tanto che l’isola ha questa valutazione finale: «Moderata efficienza, bassa casistica in termini di complessità degli interventi, a causa di un ricorso inappropriato all’ospedale con cure che potrebbe essere erogate invece a livello territoriale o ambulatoriale». È vero: ogni anno in Sardegna i ricoveri non dovuti sono quasi 15mila ed è anche per questo – secondo l’assessorato alla Sanità – che è indispensabile riorganizzare i posti letto per acuti con 244 unità in meno.

Thatmorning. Solo 4 ospedali sardi su 27 superano la sufficienza secondo i voti dei pazienti. È così anche dopo l’incrocio con i dati pubblicati dal ministero della Salute e la contabilità (che si sa essere in rosso) delle diverse aziende sanitarie.

A essere promossi o quasi sono in tre a Cagliari, Policlinico universitario, Brotzu e Marino, e appena uno a Sassari, il Santissima Annunziata.

Sotto la soglia, sono tutti gli altri. In’ordine decrescente: Giovanni Paolo di Olbia, San Giuseppe Isili, Mastino Bosa, Delogu Ghilarza, Merlo La Maddalena, San Marcellino Muravera e ultimo il San Camillo di Sorgono, con appena lo 0,8. Risultato finale: la Sardegna non gode di buona salute e anche i pazienti sono in allarme. (ua)

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