La Nuova Sardegna

Freddato a fucilate un allevatore di 51 anni

di Gianni Bazzoni
Freddato a fucilate un allevatore di 51 anni

Giuseppe Sebastiano Mulas è stato ucciso nelle campagne di Pauleddu Il figlio è scampato all’agguato, ha acceso il motore dell’auto ed è fuggito

21 ottobre 2015
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BENETUTTI. Ucciso a fucilate mentre apriva il cancello di casa, in località “Pauleddu” a circa quattro chilometri dal paese. È morto così ieri sera, poco dopo le 19, Giuseppe Sebastiano Mulas, 51 anni di Benetutti, allevatore con diversi precedenti penali. Il figlio Giampietro, 21 anni, che era in sua compagnia, ha fatto appena in tempo a riaccendere il motore dell’auto e a scappare via. É salvo per miracolo.

È stato il ragazzo a dare l’allarme e a fare scattare l’intervento dei carabinieri. Tra i primi ad intervenire anche il fratello della vittima, Damiano, presidente dell’Avis di Benetutti che ieri sera era di turno al servizio di soccorso con l’ambulanza e che - appena appresa la notizia - si è fatto sostituire e si è recato sul luogo dell’omicidio.

Purtroppo per Giuseppe Sebastiano Mulas non c’era più niente da fare: il killer ha sparato da distanza ravvicinata e ha atteso che l’uomo scendesse dall’auto per aprire il cancello per esplodere la prima fucilata. Il secondo colpo è stato sparato proprio mentre il figlio dell’allevatore con una manovra spericolata riusciva a ripartire e ad allontanarsi alla guida dell’auto.

Appena il ragazzo ha dato l’allarme ai carabinieri, a “Pauleddu” sono arrivati i militari della stazione di Benetutti e della compagnia di Bono guidati dal maggiore Giampiero Lampis, quelli del Nucleo investigativo del comando provinciale di Sassari e gli specialisti del Servizio investigazioni scientifiche che hanno avviato i rilievi.

Indagine complicata, come spesso capita in questi casi: il figlio della vittima non è riuscito a vedere niente, ha sentito solo le fucilate e ha visto il padre cadere a terra, quindi è scappato via terrorizzato e sotto choc. Gli investigatori hanno subito cominciato a lavorare sul passato di Giuseppe Sebastiano Mulas. L’allevatore era uscito dal carcere a luglio e negli ultimi mesi aveva tenuto un profilo basso. Nessun problema, vita ritirata. Si pensa, dunque, a una vecchia storia, a qualcosa che arriva da lontano e si scava nel passato.

Tre anni fa - quando si trovava agli arresti domiciliari - Giuseppe Sebastiano Mulas aveva subito un attentato. Alla fine di gennaio un ordigno confezionato con polvere da cava e gelatina era stato fatto esplodere davanti a un suo capannone, proprio a “Pauleddu”, dove ieri l’uomo è stato ucciso. La struttura era stata scoperchiata e nell’incendio che si era sviluppato erano andate distrutte 200 balle di fieno.

Due mesi prima, i carabinieri avevano sorpreso l’allevatore con un fucile, proiettili di vario calibro (detenuti illegalmente) e della refurtiva.

Anche l’attentato di tre anni fa era stato commesso più o meno alla stessa ora in cui, ieri, è stato compiuto l’omicidio, quasi a voler indicare un conto in sospeso. Le indagini sull’attentato non portarono a nessun risultato. Nel frattempo Giuseppe Sebastiano Mulas era finito - seppure per poco - nuovamente a Badu ’e Carros con l’accusa di evasione dai domiliari. Una pattuglia dei carabinieri del paese, infatti, lo aveva sorpreso fuori dall’abitazione. Inevitabile l’arresto: dopo la convalida aveva ottenuto di nuovo i domiciliari. Nel passato della vittima qualche denuncia per furto e ricettazione, anche di una cavalla che poi era stata ritrovata mentre pascolava a poca distanza da un terreno dell’allevatore.

Da ieri sera su Benetutti è calata di nuovo una cappa di paura. L’ultimo omicidio risale al 5 agosto del 2011 quando a “Sa Matta” venne ucciso a fucilate Giovanni Antonio Ricci, 32 anni, allevatore. Era figlio di Giuseppe Ricci “Capitanu”, 61, ex comandante dei barracelli, ucciso lo stesso giorno di sei anni prima sul balcone di casa.

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