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Quattro anni fa un 32enne giustiziato davanti ai figli

Quattro anni fa un 32enne giustiziato davanti ai figli

BENETUTTI. Non c’è pace per Benetutti. Appena quattro mesi fa il paese era sprofondato nell’angoscia dopo la brutale aggressione a Pietro Maria Zarra un falegname in pensione di 67 anni, ucciso il 26...

21 ottobre 2015
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BENETUTTI. Non c’è pace per Benetutti. Appena quattro mesi fa il paese era sprofondato nell’angoscia dopo la brutale aggressione a Pietro Maria Zarra un falegname in pensione di 67 anni, ucciso il 26 giugno scorso nella sua abitazione in via Margherita di Savoia da tre banditi che volevano rapinarlo.

L’uomo, cardiopatico, viveva assieme al fratello e alla sorella. Durante la rapina era stato immobilizzato e legato con delle fascette di plastica: forse era morto di paura.

L’ultima esecuzione in paese risale invece all’inizio di agosto del 2011. Quattro fucilate, sparate quasi a bruciapelo, avevano spento la vita di Giovanni Antonio Ricci, 32 anni, allevatore. I killer avevano sparato da distanza ravvicinatissima, per non colpire i figlioletti di uno e tre anni che erano nell'abitacolo allacciati ai seggiolini. L’uomo era morto quasi davanti agli occhi della moglie incinta, uscita da casa quando aveva sentito le esplosioni e poi era svenuta nel vedere il marito morire e sentire il pianto accorato dei bimbi.

Era stata lei, appena è riuscita a raccogliere le forze, a chiedere aiuto, telefonando al 118 e ai carabinieri. L'agguato era scattato intorno alle 21,30, più o meno alla stessa ora e nello stesso giorno di sei anni prima: il 3 agosto 2005, era stato assassinato a fucilate il padre di Giovanni Antonio, Giuseppe Ricci, 62 anni, ex comandante dei barracelli e per questo conosciuto da tutti con il soprannome di «Peppinu capitanu». Anche lui era stato ucciso in casa, mentre era sul terrazzo a godersi il fresco della sera.

L'omicidio di Giovanni Antonio Ricci era stato commesso nelle campagne di «Sa Matta», poco distante dalla vecchia stazione ferroviaria, nell'immediata periferia di Benetutti. Nel podere di famiglia, dove Giovanni Antonio Ricci aveva il bestiame e dove si era trasferito dopo essersi sposato. Il killer, probabilmente uno solo, armato di fucile automatico, era nascosto all'interno dell’ovile, dietro un muretto poco distante dalla casa. L’assassino era entrato in azione soltanto quando l'allevatore aveva spento il motore ed è sceso dall'auto. Forse perché sapeva anche che nell'auto c'erano i due figlioletti di Ricci. L’uomo aveva numerosi precedenti penali e sapeva di essere nel mirino, ma non aveva capito da chi doveva guardarsi. Ma non era nel suo carattere nascondersi e forse proprio perché non aveva paura più di tanto aveva deciso di andare a vivere nella campagna di «Sa Matta», dove evidentemente si sentiva più al sicuro. E forse a dargli sicurezza era anche la presenza della giovane moglie di Nuoro e dei figlioletti, di uno e tre anni, che si portava sempre dietro quando usciva dopo il lavoro. Proprio loro avevano assistito alla sua esecuzione.

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