La Nuova Sardegna

omicidio

Benetutti, Mulas sfigurato dal killer: al volto il colpo di grazia

di Gianni Bazzoni
Benetutti, Mulas sfigurato dal killer: al volto il colpo di grazia

Il figlio è riuscito a raggiungere il paese a piedi dopo un’ora e ha dato l’allarme

22 ottobre 2015
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BENETUTTI. «Ho visto babbo che andava verso il cancello per aprirlo, poi ho sentito lo sparo, ha fatto un passo indietro ed è caduto a terra. Ho intuito che stava succedendo qualcosa di grave, sono saltato fuori dal pick up e ho cominciato a correre». Giampietro Mulas, 21 anni, figlio di Giuseppe Sebastiano, l’allevatore di 51 anni ucciso martedì sera con due fucilate davanti all’azienda di “Pauleddu”, ha raccontato così, disperato, l’agguato nel quale ha perso la vita il padre.

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Fuga disperata. Il ragazzo ha solo tentato di allontanarsi con l’auto, ma l’operazione non era possibile con il cancello ancora chiuso. A quel punto è scappato a piedi - in direzione opposta al paese - e ha compiuto un lungo giro per sfuggire al killer che avrebbe anche potuto inseguirlo, anche se così non è stato. Dopo circa un’ora è riuscito ad arrivare a Benetutti, ha bussato alla porta di casa e ha raccontato l’accaduto alla mamma che ha dato l’allarme con una telefonata ai carabinieri.

Colpo di grazia. Il figlio di Giuseppe Sebastiano Mulas ha anche raccontato del secondo colpo di fucile che ha sentito chiaramente mentre scappava a piedi: «Dopo circa 40 secondi, c’è stato un altro sparo». La testimonianza corrisponde con i primi esami compiuti dal medico legale e dagli specialisti del Servizio investigazioni scientifiche: l’allevatore è stato ucciso con due colpi: uno al torace e l’altro al volto, da distanza ravvicinata. Il colpo di grazia. L’autopsia è prevista oggi. I funerali alle 16.30 nella chiesa di Sant’Elena.

Il passato. Le indagini dei carabinieri della compagnia di Bono, guidati dal maggiore Giampiero Lampis, e del Nucleo investigativo del comando provinciale di Sassari spaziano, in particolare, nel passato della vittima. É lì che si cerca di individuare qualche fatto significativo che possa essere valutato nelle indagini per l’omicidio.

L’inchiesta. Pochi gli elementi finora raccolti dagli investigatori e inseriti nella prima informativa trasmessa al sostituto procuratore della Repubblica del Tribunale di Nuoro Andrea Vacca, titolare della delicata inchiesta. Dai rilievi sembra confermato che ad agire è stato un solo killer, appostato dietro il muretto a secco. Una persona bene informata, che conosceva le abitudini dei Mulas.

Alle 18.40 padre e figlio stavano lasciando l’azienda, in località “Pauleddu”, a circa quattro chilometri da Benetutti, dopo avere accudito al bestiame e sbrigato le consuete operazioni. I due sono saliti sul pick up e si sono diretti verso l’uscita, lungo la stradina che porta al cancello che veniva tenuto chiuso anche quando i due si trovavano all’interno (ufficialmente per evitare che il bestiame potesse uscire, ma anche come misura di sicurezza).

L’agguato. Giampietro era sul sedile del passeggero, il padre ha fermato il fuoristrada ed è sceso per aprire il cancello. In quel momento il killer è entrato in azione: ha sparato un colpo a bruciapelo. Poi ha atteso una quarantina di secondi per uscire allo scoperto. E mentre il ragazzo correva via per sfuggire all’esecuzione, l’assassino ha esploso la seconda fucilata che ha sfigurato il volto di Giuseppe Sebastiano Mulas. Nessuno ha sentito o visto niente, a “Pauleddu” è calato un silenzio di morte.

L’allarme. L’allarme è scattato solo un’ora più tardi, quando il figlio della vittima, dopo un lungo giro a piedi è riuscito ad arrivare a casa e ha raccontato tutto alla madre. La donna ha avvertito i carabinieri, ma quando i primi militari sono arrivati sul posto, per l’allevatore purtroppo non c’era più niente da fare. Il corpo era a terra, davanti al cancello, attorno un lago di sangue.

La paura. Ieri in paese solo pochi avevano voglia di commentare il fatto. Un altro omicidio dopo quattro anni di tranquillità non se l’aspettava nessuno. Nei bar la gente ne parla a fatica, nessuno crede a un possibile ritorno della faida. «Non ci sono più le condizioni e per fortuna tante cose sono cambiate rispetto al passato. Questo è un episodio isolato, una storia che può nascere anche da questioni banali». A metà mattina c’è anche chi ancora non ha appreso la notizia e la legge sul giornale.

«Lo conoscevo solo di nome, sapevo che era uscito dal carcere da qualche mese. Ma in paese non si vedeva quasi mai». Casa e azienda, Giuseppe Sebastiano Mulas sembrava avere modificato il suo percorso, aveva pagato il suo conto con la giustizia. Il figlio più grande Giampietro aveva mandato avanti l’azienda di famiglia durante l’assenza forzata del padre: con fatica ma con tanto orgoglio. Il ragazzo è già stato sentito dagli investigatori: ha detto degli spari ma di non avere visto il killer. Di essere corso via per sfuggire all’omicida e cercare di dare l’allarme per salvare il padre. Purtroppo non c’è stato niente da fare, chi ha portato quella sentenza l’ha eseguita senza pietà.

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