La Nuova Sardegna

Pd, il diktat di Soru ai suoi: «Basta divisioni o vado via»

di Silvia Sanna
Pd, il diktat di Soru ai suoi: «Basta divisioni o vado via»

Tramatza, all’assemblea regionale il segretario attacca le correnti e sollecita un’azione più incisiva In sala dopo le dimissioni l’ex sottosegretaria Francesca Barracciu: «Il partito le è vicino»

25 ottobre 2015
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TRAMATZA. La sua prima uscita dopo il passo indietro. All’assemblea regionale del Pd, a Tramatza, ecco Francesca Barracciu, l’ex sottosegretario ai Beni Culturali che ha lasciato l’incarico di governo poche ore dopo il rinvio a giudizio per peculato. A lei è andato il saluto di Renato Soru, il segretario regionale: la ringrazio di essere presente, il partito le è vicino in questo momento difficile. Neppure una parola sulle dimissioni, argomento sul quale gli esponenti isolani del Pd continuano a mantenere un rigoroso silenzio. Tanti apprezzamenti per la scelta non obbligata della Barracciu da parte del Pd nazionale e dallo stesso Renzi. Dall’isola un corale e misterioso no comment.

Parla Soru. È una di quelle assemblee destinate a lasciare il segno. Perché il segretario Soru ha parlato a muso duro. Oggetto: le correnti, le divisioni che sembrano insuperabili all’interno dei Democratici. «Se questo è il partito delle correnti, io mi faccio da parte», ha detto Soru alla platea. Parole pronunciate quando è scoppiata una polemica sulla surroga dei componenti civatiani fuoriusciti dal Pd. Qualche problema su un nome, poi l’accordo è stato raggiunto. Ma la polemica ormai era accesa.

«Basta divisioni». Soru ha strigliato il partito, che a livello regionale secondo il segretario non sta agendo con efficacia. La causa sono le divisioni, l’incapacità di fare squadra. Uno scenario che in vista degli appuntamenti elettorali di primavera preoccupa non poco. A giugno si andrà al voto a Cagliari e a Olbia. Il segretario ha invitato gli aspiranti candidati a farsi avanti così da organizzare in tempi rapidi le primarie. Soru ha fissato anche una data: entro il 15 novembre chi nutre ambizioni deve uscire allo scoperto, in modo da andare alle primarie entro il 30. Il Pd, alle prese con guerre intestine in diversi centri e dopo le clamorose sconfitte di pochi mesi fa (vedi per esempio Porto Torres e Nuoro), ha bisogno di tempo per recuperare la fiducia di molti elettori persi per strada.

Il caso Sassari. Soru ha parlato a lungo della crisi che ha paralizzato il comune di Sassari per circa un anno e mezzo. Anche lì, nel gioco delle correnti, trovare un accordo tra le diverse anime del partito nella (ri)composizione della giunta è stata un’impresa complicatissima. L’accordo è stato raggiunto ed è stato evitato di un soffio il ritorno anticipato alle urne: ipotesi vissuta con enorme apprensione.

Sostegno alla giunta. Nessuna polemica con Pigliaru, neppure una parole sul rimpasto in giunta. Anzi. Soru ha detto che il Pd deve rafforzare l’azione della giunta «attraverso la soluzione alle gravi lacune lasciate da Cappellacci, il disavanzo nella sanità in primis». Arriva anche la stampella alla riforma degli enti locali: «I sardi si sono espressi sulle province e noi dobbiamo tenere conto di quel referendum, sarebbe una colpa gravissima non farlo».

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