La Nuova Sardegna

Il presidente è Columbu Si pensa al fronte unico

di Roberto Petretto
Il presidente è Columbu Si pensa al fronte unico

Nel congresso ad Arborea si fronteggiano due tesi e due candidati Ma a vincere una battaglia burrascosa alla fine è l’ex segretario

26 ottobre 2015
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ARBOREA. Eppure, a leggere le due tesi congressuali contrapposte, si era avuta la sensazione che le differenze concettuali tra il gruppo di Christian Solinas (ex assessore regionale ai trasporti e ora consigliere regionale) e quello di Angelo Carta (capogruppo sardista in consiglio regionale) fossero veramente minime. «Avrei potuto firmare la mozione di Carta, condivisibile nell’unità del sardismo e nel progetto di governo della Sardegna», aveva detto Solinas, sostenitore della candidatura di Giovanni Columbu. Invece il 33° Congresso del Psd’Az è stato, per dirla con le parole dello stesso Columbu, «burrascoso». Eufemismo frutto della buona predisposizione di un uomo che, dopo una giornata tesa, ha vinto il confronto delle urne. Giovanni Columbu lascia quindi la carica di segretario nazionale del Partito sardo d’Azione per assumere quella di presidente. Il vice sarà Salvatore Giagu. Columbu passa da un ruolo di indirizzo politico attivo a quello di garante. Ha ottenuto 132 voti. Il suo avversario, Gianuario Fiori, si è fermato a 112, comunque più di quelli che si preventivavano all’inizio, dopo lo scontro di sabato sera sulla presidenza del congresso.

Lo scontro. E allora, se le differenze tra le due tesi congressuali erano minime e sostanzialmente limitate a un “no” netto alle alleanze con partiti nazionali e, dall’altra parte, a un “vedremo”, perché tanta tensione? In certi momenti, tra la fine del dibattito e l’inizio della votazione, alcuni sostenitori delle due fazioni sono quasi arrivati alle mani. A confrontarsi, nella sala riunioni dell’Horse Country di Arborea, non erano solo due tesi congressuali, due candidati alla presidenza, ma anche due blocchi che puntavano al controllo del partito. Giacomo Sanna, per anni guida del Psd’Az, si è fatto da parte, ma ha sostenuto la lista di Angelo Carta e la candidatura a presidente di Gianuario Fiori. Le schermaglie di sabato sera per l’elezione dell’ufficio di presidenza erano il preludio a quello che sarebbe poi avvenuto nella seconda giornata del congresso.

I blocchi. Alla fine i rapporti di forza sono stati confermati con la tesi dell’ex assessore regionale ai Trasporti, Christian Solinas, che è passata con i voti necessari a portare nel consiglio nazionale del partito 40 componenti. La minoranza di Carta e Sanna ne avrà 33. Si partirà da questi numeri per arrivare, tra una ventina di giorni circa, all’elezione del nuovo segretario del Psd’Az. Nomi, per ora, non se ne fanno: troppo fresca è la battaglia per la presidenza che qualche ferito sul campo lo ha lasciato. E potrebbe anche esserci qualche strascico nei prossimi giorni.

Il giallo. Prima del voto uno dei motivi di tensione è stata la presunta mancanza dei requisiti di eleggibilità da parte di Giovanni Columbu. Il gruppo di Carta e Sanna ha avanzato il dubbio che Columbu non sia tesserato al Psd’Az, in maniera continuativa, da almeno dieci anni. Per essere eletti alla carica di presidente del partito, infatti, è necessario possedere questo requisito. Alla fine la situazione di blocco è stata superata con una dichiarazione ufficiale del presidente dell’assemblea che ha “certificato” la militanza sardista almeno decennale dei due candidati alla presidenza. Ma non si escludono ricorsi, nei prossimi giorni.

Il dibattito. I due consiglieri regionali sardisti avevano presentato a un’assemblea per la verità un po’ distratta, le rispettive tesi congressuali. Christian Solinas aveva anticipato che la lista unica non si sarebbe materializzata: «Certificare l’unità del partito che non significa unanimità». Solinas ha detto che bisogna dare risposte all’elettorato che guarda con favore al mondo indipendentista e sardista: «Attualmente c’è una domanda politica di unità più grande di quella che noi riusciamo ad offrire. Dobbiamo adeguare la nostra offerta alla domanda».

Fuori dalla maggioranza. Per Angelo Carta è necessario porre dei paletti: «Dobbiamo decidere ora di non partecipare a questa giunta regionale. Anche se le sirene cantano, dobbiamo dire chiaramente che rifiuteremo un eventuale invito. Accettarlo ci renderebbe poco credibili». Messaggio anche alla galassia indipendentista: «In quell’area c’è una parte così anti-Psd’Az che non esiste neppure nel centrosinistra. E a loro questo serve per imbrogliare un po’ gli elettori».

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