La Nuova Sardegna

Arrosti e salsicce dannosi per la salute? La Sardegna difende la genuinità dei suoi prodotti

di Silvia Sanna
Immagine d'archivio dello stand dei salumi a «La montagna produce» di Desulo
Immagine d'archivio dello stand dei salumi a «La montagna produce» di Desulo

Coldiretti invita a non fare terrorismo: «Altro che cancerogeni, fanno bene ad adulti e bambini». Ogni anno vengono consumati 420mila quintali di carni suine e 300mila quintali di salumi

28 ottobre 2015
3 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. Nell’isola dei 55mila quintali di salumi all’anno prodotti e 300mila consumati, è una notizia che stordisce. La guerra alla salsiccia – secondo l’Oms potenzialmente cancerogena come una sigaretta – e al porcetto cotto alla brace ha l’effetto di uno schiaffo in pieno volto. Perché mina uno dei settori portanti dell’economia isolana e attacca uno dei piatti forti della tradizione culinaria.

[[atex:gelocal:la-nuova-sardegna:regione:1.9287927:gele.Finegil.StandardArticle2014v1:https://www.lanuovasardegna.it/regione/2014/05/24/news/alimentazione-contro-i-tumori-pecorino-e-agnello-1.9287927]]

Non solo: la terra dei centenari celebrata all’Expo inserisce anche le carni nella dieta della longevità. E tra elisir di lunga vita e veicolo di tumori c’è una nettissima differenza. Gli addetti ai lavori sono preoccupati. Alcuni minimizzano, dicono che le notizie vanno date con serietà, senza creare allarmismi ingiustificati. Altri chiedono che sia fatta presto chiarezza per evitare il tracollo del comparto già minato dal boom di vegetariani e vegani.

La filiera delle carni, che punta a promuovere le sue eccellenze – come agnello e maialino da latte – vede nella demonizzazione di carni rosse, salsiccia e prosciutti, la possibilità che un’intera categoria sia screditata. Perché “nuoce gravemente alla salute”.

La Coldiretti non usa gira giri di parole: «Quando si toccano argomenti così delicati occorre molta attenzione perché si rischia di fare terrorismo fine a se stesso, penalizzando chi lavora seriamente e disorientando i consumatori». Il presidente regionale Battista Cualbu contesta lo studio condotto dall’agenzia dell’Organizzazione mondiale della Sanità: «Non dice nulla di nuovo rispetto a quello che già si sapeva ma è necessario contestualizzarlo».

[[atex:gelocal:la-nuova-sardegna:regione:1.12346264:gele.Finegil.Image2014v1:https://www.lanuovasardegna.it/image/contentid/policy:1.12346264:1653384770/image/image.jpg?f=detail_558&h=720&w=1280&$p$f$h$w=d5eb06a]]

Non tutte le carni fanno male «all’indice sono messe le carni rosse lavorate». E l’hot dog di sicuro non fa parte della tradizione sarda: «Le nostre salsicce – ricorda Cualbu – sono preparate con una lavorazione differente, naturale a base di sale».

[[atex:gelocal:la-nuova-sardegna:regione:1.12346322:gele.Finegil.StandardArticle2014v1:https://www.lanuovasardegna.it/regione/2015/10/28/news/salumi-dannosi-per-la-salute-le-aziende-sarde-il-ministero-faccia-chiarezza-1.12346322]]

Ma c’è dell’altro, aggiunge il direttore di Coldiretti Luca Saba: «Le carni sarde e made in Italy sono più sane perché magre, non trattate con ormoni e ottenute nel rispetto di disciplinari Doc». Ancora: «Nell’ultimo decennio – dice Saba – sono stati investiti in Sardegna 600 milioni di fondi comunitari per il benessere animale degli ovini».

I consumatori isolani dovrebbero sentirsi in una botte di ferro, secondo Cualbu, anche perché «siamo la prima regione del Mediterraneo in cui si pratica l’allevamento degli animali al pascolo. Ed è provato che i prodotti derivanti da questi animali hanno effetti positivi sulla salute dell’uomo».

Il direttore del Dipartimento di Agraria Giuseppe Pulina rileva le contraddizioni dell’Oms: «Nelle linee guida per l’alimentazione complementare dei bambini è raccomandata, a partire dai sei mesi di età, l’assunzione giornaliera di alimenti di origine animale». Poi, indirizzato soprattutto ai genitori che praticano e predicano diete vegetariane o vegane: «La stessa Oms spiega che non sono in grado di soddisfare i fabbisogni nutrizionali del bambino, in particolare per gli apporti di ferro, zinco e vitamina B12».

Sì dunque al consumo di carne sin dalla primissima infanzia, come agnello e pollo. Per tutto il resto – salsiccia e insaccati vari – è preferibile aspettare. Anche senza che lo dica l’Oms.

In Primo Piano
L’iniziativa

Il porcetto sardo in corsa per la denominazione Igp

Le nostre iniziative