La Nuova Sardegna

Sardegna alluvionata e assetata, l'assessore Spano spiega perché: «Clima sempre più tropicale»

di Alessandro Pirina
La diga Maccheronis a Posada travolta dall'alluvione
La diga Maccheronis a Posada travolta dall'alluvione

Bacini vuoti e acqua razionata. La responsabile dell’Ambiente nella giunta Pigliaru, che è anche climatologa, spiega i cambiamenti e gli effetti negativi per l’isola

06 novembre 2015
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SASSARI. La Sardegna si allaga, ma muore di sete. Dalla fine dell’estate l’isola è stata teatro di alluvioni, cicloni, temporali, ma nei bacini non è rimasto nulla. Il Liscia, il Coghinas, il Maccheronis sono tutti a secco o quasi. Uno scenario che ai profani può sembrare paradossale, ma non a chi dello studio del clima e delle sue variabili impazzite ha fatto il suo mestiere. Tutto normale, dunque, per l’assessore Donatella Spano, di professione climatologa, voluta da Francesco Pigliaru all’Ambiente anche per le sue conoscenze in tema di meteo.

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Una massima esperta che della nuova siccità che ha colpito la Sardegna ha subito individuato il responsabile: i cambiamenti climatici. «Le forti precipitazioni delle scorse settimane – spiega la Spano – non solo hanno avuto un impatto negativo sui territori, ma non sono state efficaci neanche per la ricostituzione delle risorse idriche. Oggi assistiamo ad alluvioni e fenomeni intensi che provocano la caduta di molti millimetri d’acqua, ma con una intensità tale che non ha alcun effetto benefico. Lo abbiamo visto anche recentemente: in diversi casi in poche ore è caduto quanto solitamente precipita in un anno. Tutto questo provoca solo danni ai territori, e anche molto ingenti, senza alcuna efficacia per i bacini».

L’emergenza idrica, dunque, è figlia di quel clima simil tropicale che da qualche anno ha investito la Sardegna. «Il Mediterraneo è sempre stato caratterizzato da un’ampia variabilità del clima – spiega la Spano –, ma nell’ultimo anno climatico - costituito da 30 anni temporali - questa tendenza è andata via via intensificandosi». E così quei fenomeni eccezionali sono diventati quasi la norma. Basta vedere gli innumerevoli temporali e alluvioni che hanno colpito l’isola negli ultimi anni. Metri e metri cubi d’acqua di cui non è rimasta traccia nei bacini.

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«Solo le piogge continue e lievi sono efficaci per ricostituire le risorse idriche e colmare i bacini – dice ancora l’assessore Spano –, quelle intense sono del tutto inutili. Quest’anno abbiamo avuto vari tipi di precipitazioni e infatti alcune zone soffrono meno di altre. La situazione più difficile è nel nord dell’isola, che infatti oggi è alle prese con l’emergenza idrica».

Il cambiamento climatico è un problema che non riguarda la sola Sardegna, ma tutta la penisola. Una questione che necessita di trovare soluzioni per limitare i tanti danni dovuti all’impazzimento del clima. Dal dissesto idrogeologico fino appunto all’emergenza idrica. Ed è proprio con questo obiettivo che si sta lavorando sia a livello nazionale che regionale.

Un lavoro in cui Donatella Spano, scienziata del clima, ha un ruolo di primo piano. L’assessore all’Ambiente è stata infatti scelta come rappresentante della Conferenza delle regioni e delle province autonome nel tavolo interregionale di coordinamento per il monitoraggio e lo sviluppo integrato dei piani regionali.

«Occorre intervenire sul tema in modo sinergico – spiega –. Oggi il cambiamento climatico è un problema generale e servono dei piani di adattamento per farvi fronte. Lo stiamo facendo sia a livello nazionale che regionale. Vengono individuate le priorità territorio per territorio e quindi le azioni da mettere in atto». Il lavoro del tavolo di coordinamento analizzerà poi i vari settori che subiscono gli effetti negativi del nuovo clima. «Penso all’agricoltura, al turismo – conclude l’assessore –. Dobbiamo riuscire ad adattare ognuno di questi ambiti al clima. Entro il 2016 saranno pronte le strategie locali».

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