La Nuova Sardegna

Allarme a Sassari, divieto esteso in tutta la città

di Pinuccio Saba
Allarme a Sassari, divieto esteso in tutta la città

Il sindaco ha vietato l’uso dell’acqua a fini alimentari Forti disagi anche a Porto Torres, Castelsardo e Stintino

09 novembre 2015
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SASSARI. Meno di una settimana fa tutto il Sassarese era rimasto senz’acqua perché l’Enas, Ente Acque della Sardegna, aveva dovuto eseguire «indifferibili lavori di efficientamento dell’impianto di sollevamento di Santa Maria Coghinas». Abbanoa aveva quindi diramato un comunicato con il quale annunciava interruzioni dell’erogazione dell’acqua o cali di pressioni nelle reti di distribuzione urbane, per i comuni di Sassari, Alghero, Porto Torres, Castelsardo, Tergu, Sorso, Sennori e Stintino. Avvertiva, sempre Abbanoa, che alla ripresa del servizio, l’acqua avrebbe potuto presentarsi torbida.

Porto Torres. Una notizia che ai portotorresi aveva strappato un sorriso amaro: dopo quasi due mesi l’acqua era ridiventata potabile, ma bere quel liquido ambrato che sgorgava e sgorga ancora in diversi quartieri di Porto Torres sarebbe stato se non proprio un suicidio, un concreto tentativo di autointossicazione. Una situazione alla quale la città di Porto Torres sembra quasi essersi abituata, anche se proprio da Porto Torres è partita una class action contro Abbanoa poiché negli ultimi cinque anni, per 445 giorni l’acqua era ufficialmente non potabile. Anche in questi giorni l’acqua che sgorga dai rubinetti di Porto Torres è letteralmente imbevibile e, in alcuni quartieri, viene difficile pensare di infilarsi sotto la doccia.

Castelsardo. A Castelsardo, invece, la vicenda è sembrata una gustosa presa in giro: solo due giorni prima l’acqua era ritornata potabile per poi mancare per un’intera giornata. Ovviamente, anche a Castelsardo seppure in misura minore l’acqua era giallastra. Fenomeno che è stato osservato un po’ in tutti i centri serviti dall’impianto di sollevamento di Santa Maria Coghinas.

Sassari. In città l’acqua non è ancora potabile. Il centro storico è il quartiere più colpito. È stato infatti il primo a patire la grande sete, in seguito a un’ordinanza del sindaco che vietava l’utilizzo dell’acqua per usi alimentari. E quando l’ennesima ordinanza sindacale ha vietato l’utilizzo dell’acqua in numerosi quartieri della città, si è capito che il problema oramai interessava tutta Sassari o quasi, criticità che non è stata ancora risolta.

Ovviamente i disagi colpiscono soprattutto le famiglie più disagiate, gli anziani che non possono sottoporsi a stressanti sedute di facchinaggio per portare su anche solo per un paio di piani i cartoni dell’acqua potabile. Naturalmente Abbanoa continua a spedire bollette complete in tutte le sue voci, compresa quella dei costi di depurazione (delle acque nere) e potabilizzazione dell’acqua grezza. Disagi che, a macchia di leopardo, hanno colpito un po’ tutti i centri abitati del nord ovest dell’isola.

Abbanoa spiega che i problemi sono originati dalle reti urbane, vecchie anche di decenni. Ha mostrato, nel corso di uno degli ultimi incontri con gli utenti, alcuni raccordi fangosi e arrugginiti, ma ha dovuto rapidamente far marcia indietro per non irritare ulteriormente i cittadini inferociti.

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