La Nuova Sardegna

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Città metropolitana, va avanti la protesta dei sindaci del Nord

di Andrea Massidda
Città metropolitana, va avanti la protesta dei sindaci del Nord

Il consigliere regionale Cd Roberto Desini: voterò contro la legge di riordino. E si pensa a un referendum per abrogare il progetto di riforma

10 novembre 2015
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PORTO TORRES. La riforma degli enti locali elaborata dalla Giunta Pigliaru non potrà più essere considerata un argomento di dibattito buono esclusivamente per politici e intellettuali. E anche se alla fine, come è ovvio, sarà il consiglio regionale a pronunciarsi per ultimo sul disegno di legge, la sensazione forte è che prima che si arrivi al voto in aula la battaglia tra chi è a favore e chi è contro l’istituzione di un’unica città metropolitana a Cagliari coinvolgerà direttamente la totalità dei sardi. E soprattutto diventerà durissima.

Lo si è capito ieri pomeriggio a Porto Torres, dove all’assemblea organizzata dal Coordinamento dei sindaci del Nord Sardegna per chiedere all’esecutivo di centrosinistra un uguale trattamento tra Capo di Sotto e Capo di Sopra, hanno partecipato tante persone qualsiasi. Persone che alla fine si sono dette pronte a mettere in piedi un comitato referendario capace di far abrogare il provvedimento se mai dovesse passare nella versione attualmente all’esame della Commissione Autonomia.

«Area metropolitana significa sviluppo, provincia vuol dire declino», ha sintetizzato il sindaco di Castelsardo Franco Cuccureddu analizzando punto per punto il disegno di legge e bocciandolo insieme al costituzionalista Omar Chessa. «Chiederemo la sospensione dell’esame della legge che per ora fa figli e figliastri», ha annunciato Andrea Soddu, sindaco di Nuoro, parlando anche a nome di tanti suoi colleghi barbaricini.

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«Il modo e il ritardo con il quale un problema di questo rilievo è stato portato all’attenzione del dibattito pubblico - ha spiegato nelle sue conclusioni l’ex ministro Arturo Parisi - chiede una cosa sola: la dilazione della legge che consenta un confronto più approfondito. In caso contrario non credo che esista alternativa al mettere in campo un’iniziativa referendaria in grado di spiegare a tutti i cittadini quanto sta dietro questa riforma». Tre ore prima, nel primissimo intervento, il presidente del consiglio comunale di Porto Torres Loredana De Marco aveva esordito così: «Se il testo della legge non verrà modificato organizzeremo una seduta di tutte le assemblee civiche del Nord Sardegna sotto il palazzo del consiglio regionale». Applausi a scena aperta. E davanti a una simile partecipazione popolare non pochi consiglieri regionali eletti nel Sassarese e presenti all’incontro hanno scelto di annunciare alla platea il proprio «no» alla proposta di riordino degli enti locali.

Il primo a uscire allo scoperto è stato Roberto Desini, sindaco di Sennori e presidente del Gruppo Sdl in consiglio regionale. «Questa riforma non può negare un diritto ai comuni e alle popolazioni del nord dell'isola. Se il disegno di legge non sarà cambiato contemplando una seconda città metropolitana nel Nord Sardegna, io in aula non voterò l'articolo che istituisce la sola città metropolitana di Cagliari». Poi un appello ai suoi colleghi del Sassarese: «In questa legislatura abbiamo una larga rappresentanza del territorio- ha concluso Desini -, è giunto il momento di sfruttarla a vantaggio delle popolazioni che con il voto hanno riposto in noi la loro fiducia e le loro speranze».

Sulla stessa lunghezza d’onda anche l’intervento di Marco Tedde, consigliere regionale di Forza Italia. «Sapete qual è l’unica fonte che cita Cagliari come città metropolitana? Wikipedia », ha detto rivolgendosi con sarcasmo alla platea . Per poi avvertire: «In questo territorio stiamo vivendo un periodo molto difficile, in realtà non c’è da scherzare. Per questo, pur se da fronti contrapposti, combatterò insieme ai consiglieri della maggioranza per far sì che questa legge non venga approvata». Parole molto simili a quelle di Antonello Peru, anche lui eletto nell’assemblea dei sardi con i colori di Forza Italia. «La cosa più sconcertante di questo provvedimento che non ha sicuramente una regia sarda - ha tuonato - è che sta mettendo i sardi gli uni contro gli altri. Ma nessuno può permettersi di dividere quest’isola, rivendichiamo senza colori la nostra autonomia dallo Stato centrale». Angelo Carta, consigliere del Psd’az e sindaco di Dorgali, ha ricordato la necessità di prendere tempo prima di mandare al voto una riforma così importante e che a suo avviso rischia di bastonare per l’ennesiama volta il Nuorese.

Mentre Luigi Lotto, seduto nelll’assemblea dei sardi tra i banchi del Pd, ha spiegato che dal suo punto di vista bisogna inserire nello Statuto che l’autonomia dei territori sardi va garantita, al di là del nome città metropolitana e che tutte le aree storiche dell’isola devono poter interloquire direttamente con il potere. «Tuttavia non è utile registrare una sconfitta - ha concluso - troviamo alleanze compatte per modificare la legge»

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