La Nuova Sardegna

Riforma degli ospedali, attesa a Olbia e allarme a Tempio

di Angelo Mavuli
L'ospedale Paolo Dettori di Tempio
L'ospedale Paolo Dettori di Tempio

Il riordino aprirà la via al Mater, ma segnerà un diverso destino per il Paolo Dettori

13 novembre 2015
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TEMPIO. In Gallura la riforma ha due facce. Da una parte pone le premesse per l’apertura del Mater Olbia, struttura di eccellenza della sanità isolana. Dall’altra vede le preoccupazioni per il nuovo ruolo previsto per gli ospedali di Tempio e della Maddalena.

L’alta Gallura lotta attende di conoscere i piani definitivi della Regione. L’assessore alla Sanità Luigi Arru è andato anche in Alta Gallura a incontrare sindaci e popolazione. La maggiore distanza è tutta sul punto nascite del Paolo Dettori. «Condivido le vostre richieste al novanta per cento – ha detto Arru, durante l’incontro con i sindaci del territorio –, tranne che la permanenza del punto nascite, che dovrà invece essere cancellato».

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L’annuncio aveva suscitato forti proteste. Da quella del sindaco di Tempio Andrea Biancareddu, rappresentante incaricato, dell’intero territorio, che aveva annunciato una dura opposizione, a quella di Antonio Balata, medico e capogruppo della minoranza in consiglio Comunale a Tempio. A quella del Popolo dei Luchetti, il movimento spontaneo nato da oltre due anni a difesa dell’ospedale. Sandro Grussu, medico e segretario del Cimo, il sindacato dei medici ospedalieri, è intervenuto con una pesantissima dichiarazione. «Ritengo inaccettabile sotto tutti i punti di vista la soppressione del Punto nascita di Tempio. È una decisione scellerata da non prendere in considerazione e rimandare a quando l’Alta Gallura non avrà più due mulattiere ma sarà dotata finalmente di una viabilità adeguata con Olbia e Sassari».

L’Alta Gallura, attraverso il sindaco Andrea Biancareddu, oltre la permanenza del Punto nascita, nell’incontro di lunedì, ha chiesto all’assessore Arru «che al Presidio ospedaliero di Tempio sia riconosciuto lo Status di Dea di primo livello di completamento, con un adeguato numero di strutture complesse e il salvataggio di tutte le altre strutture semplici dipartimentali, e degli altri servizi ospedalieri, allo stato attuale già presenti e garantiti nel Compendio ospedaliero. Al di sotto di queste richieste – aveva precisato Biancareddu all’assessore –, il territorio non è disposto a scendere».

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