La Nuova Sardegna

A Olbia una cellula di terroristi

A Olbia una cellula di terroristi

Nell’isola organizzato l’attentato del 2009 a Peshawar. Già in cella la banda

15 novembre 2015
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OLBIA. Olbia si è svegliata attanagliata da paura e angoscia il 24 aprile. Sirene spiegate, polizia in pieno centro. Arrestati tre pakistani. Gente che lavora tutto il giorno dentro i negozietti, bazar, che vendono prevalentemente chincaglierie. Gente tranquilla, insomma, a giudicare dalle reazioni raccolte tra via Acquedotto e dintorni. La notizia, come ricordava in una canzone De Andrè, quando è originale corre veloce di bocca in bocca. E così, complice internet, vola davvero in tutta la città: è stata sgominata una cellula di al Qaeda. il terrorismo a casa, insomma.

Un commando che secondo le accuse formulate dalla Dda di Cagliari è spietato. Niente a che vedere, insomma, con l’immagine tranquillo di un venditore di collane artigianali. La cellula con base operativa a Olbia avrebbe pianificato attentati tra il 2008 e il 2010 in Pakistan.

Ma nel mirino, secondo la ricostruzione fatta dagli inquirenti, erano finiti probabilmente anche il Papa (nel 2010) e il segretario di Stato americano Hillary Clinton. Finiscono in manette i pakistani Siddique Muhammad, 37 anni e Imitias e Sultan Wali Khan, 40 e 39, ritenuti i capi della rete criminale europea. Con loro altre sette persone, fermate nell’operazione scattata in tutta Italia: Niaz Mir, 41 anni, Yahya Khan Ridi, 37 anni (l'unico afghano), Haq Zaher Ul, 52, l'imam di Brescia e Bergamo Hafiz Muhammad Sulkifal, 43, Zubair Shah, 39, Sher Ghani, 57, Ali Zubair 46e Siyar Khan, 36.

Le accuse contestate agli undici pakistani e afghani finiti in carcere a Tempio, Bergamo e Roma vanno dall'associazione a delinquere finalizzata al terrorismo al delitto di strage, commesso a Peshawar, in Pakistan, nel 2009 ma organizzato a Olbia. La lista di reati che fu contestata è lunghissima: «Promosso, costruito e organizzato un associazione transnazionale finalizzata allo scopo di commettere più delitti». Compreso un possibile attentato, nel 2010, a Roma, in piazza San Pietro: volevano uccidere Papa Benedetto XVI. Poi altri attentati, un duplice omicidio nel Bergamasco, vittima una coppia di cui non sono stati trovati ancora i corpi.

Comunque questa organizzazione così importante e sofisticata, aveva una particolarità: le leve del comando si tiravano proprio a Olbia secondo gli investigatori. Ora gli undici presunti terroristi saranno processati con giudizio immediato. L’udienza è già stata fissata davanti al tribunale di Sassari per il 17 dicembre. Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Cagliari, Ermengarda Ferrarese, ha infatti accolto una ventina di giorni fa la richiesta presentata dal pubblico ministero Danilo Tronci. Il sostituto procuratore aveva sollecitato la richiesta di mandare direttamente a giudizio gli indagati senza passare per l'udienza preliminare. Il cosiddetto giudizio immediato, possibile quando l'accusa ritiene di avere raccolto al termine di lunghe e accurate indagini l'evidenza della prova.

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