“Bella bella sa beccesa”, tra milonga e sardità il cd di Rossella Faa
La cantante “live” al Massimo di Cagliari. Al via il progetto di una casa per gli artisti della terza età
CAGLIARI. S'intitola "Bella Bella" il nuovo album della cantante, musicista e compositrice, nonché attrice e istrionica performer Rossella Faa, interamente autoprodotto dall'artista con il Teatro del Segno: un libro/cd, in una duplice versione, con una prima tiratura di 1400 copie e una serie speciale numerata di cento pezzi realizzati "a mano" dall'autrice, su una carta particolare, di un'inconfondibile tonalità di giallo - "la carta per incartare il pesce del Mercato di San Benedetto".
La presentazione del disco sarà in forma di concerto/spettacolo con un doppio appuntamento - mercoledì 18 e giovedì 19 novembre 2015 alle 21 al Teatro Massimo, nella Sala MiniMax - con le canzoni e i racconti di "Bella, bella, bella … sa Beccesa" tra sonorità sudamericane, in un'atmosfera da balera o da milonga, per riscoprire il fascino e i privilegi della terza età.
Sotto i riflettori Rossella Faa - moderna cantastorie - alla testa dell'affiatato ensemble formato da Giacomo Deiana alla chitarra e Nicola Cossu al contrabbasso con Stefano Sibiriu alle percussioni per un intrigante viaggio tra parole e note, impreziosito da immagini "a tema", e proposto in chiave (auto)ironica e poetica come un "antidoto alla paura d'invecchiare".
Sull'Isola dei centenari nascono le melodie di "Bella Bella" - un inno alla «libertà di poter fare, finalmente, quel che si vuole, senza curarsi delle opinioni e delle chiacchiere della gente: è il segreto che fa della vecchiaia una fase molto interessante e ricca della vita, in cui si raccolgono i frutti delle esperienze passate e delle scelte compiuta», come racconta Rossella Faa, e di "Sa Meba Pirongia" in cui il gusto acidulo e la fragranza della mela cotogna diventano metafora delle diverse stagioni dell'esistenza.
Ritratti in musica - l'immancabile "Sig. Rosa" che «at biu cosas chi nosu no poteus mancu pensai» (ha visto cose che noi non possiamo neanche immaginare) - e "Bah! Miticòi ca..." per un sogno ad occhi aperti che potrebbe diventare realtà, oltre ad un fantastico apologo sulla "Babaiecca" che si trasforma in invito alla gentilezza. Il concerto/spettacolo "Bella, bella, bella … sa Beccesa" sarà l'occasione per (ri)ascoltare le canzoni di Rossella Faa ma soprattutto per scoprire anche il libro/cd (edizioni Terra de Punt con la partecipazione di Eja TV)- già in vendita al bookshop del teatro Massimo - e per incontrare l'artista originaria di Masullas: ciascuna delle due serate si concluderà infatti nel foyer con un rinfresco offerto e organizzato dalla Cooperativa Recherche e da Semino e Coccodì e con l'estrazione del biglietto del fortunato/a che riceverà in dono una copia di "Bella Bella" fatta a mano. Una carta dall'aspetto antico, di una consistenza particolare, riconoscibile al tocco e perfino dall'odore, tante illustrazioni - tra cui l'immagine-icona della fotografa Anna Marceddu (ripresa in dettaglio sulla cover del disco) - e i testi delle canzoni in sardo campidanese, italiano e inglese, le partiture integrali (o i temi musicali nella versione ridotta) e dulcis in fundo il disco con le canzoni e tre tracce inedite - una nuova versione "cameristica" di alcuni brani, suonata con un trio d'archi.
«E’ un'edizione numerata, un po' da collezionisti, o appassionati in due formati - integrale con tutti gli spartiti e in versione più ridotta, entrambi con un prezzo speciale. – così racconta Rossella Faa – Acquistandoli si diventa sostenitori del prossimo step del progetto, a cui tengo moltissimo, sulla creazione delle case per artisti. Un'iniziativa che mira ad offrire agli artisti e agli artigiani "in pensione" la possibilità di continuare a lavorare, con laboratori di sartoria d'alta moda o di falegnameria invece di sale prove e teatri per attori, danzatori e musicisti, spazi per comporre, dipingere, scrivere e magari insegnare e condividere i propri saperi: gli anziani, le persone "grandi" come si dice in Sardegna, hanno ancora tanto da offrire alla società e sentirsi utili è il modo migliore per viversi al meglio l'età matura».
«La nostra – spiega Faa è una società a misura di ragazzini, dove si insegue il miraggio dell'eterna adolescenza. In questo modo abbiamo perduto il rispetto per gli anziani, per la loro autorità e saggezza, per l'esperienza e la conoscenza acquisita in tanti anni. Eppure tutti, prima o poi, dobbiamo fare i conti con la vecchiaia, che non è una malattia, ma solo una delle età della vita. Chiediamoci: come vorrei che fosse la mia vecchiaia? Vorrei che mi trattassero come noi, oggi, trattiamo i nostri vecchi? O vorrei qualcosa di diverso? La terza età è considerata come un giocattolo rotto: non serve più perché non produce più. Allora io vi dico: ricicliamo i giocattoli rotti, ricicliamo anche gli anziani.»
Ma in cantiere nel futuro artistico della cantante e attrice Rossella Faa ci sono anche altre iniziative, a cominciare da un cortometraggio "a tema" per diffondere l'idea delle case di riposo attive, e per divulgare un'idea della vecchiaia che «possa rompere con gli stereotipi e permetta finalmente di apprezzare il ritmo lento e il prezioso scorrere dei giorni, e il dono inestimabile di una lunga vita».