La Nuova Sardegna

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Il Senegal nuovo mercato per l’agnello sardo

di Francesco G. Pinna
Il Senegal nuovo mercato per l’agnello sardo

SIAMAGGIORE. «Non è vero che la carne rossa provoca il cancro, perciò continuate a mangiarla tranquillamente e soprattutto mangiate più carne di agnello di Sardegna Igp, che oltre a essere sana e...

20 novembre 2015
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SIAMAGGIORE. «Non è vero che la carne rossa provoca il cancro, perciò continuate a mangiarla tranquillamente e soprattutto mangiate più carne di agnello di Sardegna Igp, che oltre a essere sana e saporita fa anche bene alla salute». È un messaggio molto chiaro quello lanciato ieri da Battista Cualbu, presidente del nuovo Consiglio di amministrazione del Consorzio Tutela Agnello di Sardegna (Contas) riunito a Siamaggiore per presentare la nuova strategia di comunicazione e incontrare i compratori della grande distribuzione organizzata in vista della campagna di Natale che vale da sola il 50 per cento del mercato annuale dell'agnello.

Detto da lui e dai 3.838 allevatori che hanno aderito al Consorzio potrebbe sembrare un discorso interessato, ma a fornirgli il necessario supporto scientifico ieri a Siamaggiore c'erano anche due ricercatori del'Università di Sassari, Giuseppe Pulina e Maria Nudda. Dati alla mano, hanno smontato le tesi della carne rossa cancerogena accreditata dalla Organizzazione mondiale della sanità e hanno esaltato le virtù della carne dell'agnello sardo: povera di grassi e di colesterolo, ma ricca di proteine, acidi grassi a catena lunga (il famoso Omega 3), digeribile e gustosa. Peccato che in Italia, Sardegna compresa, ogni italiano mangi un solo chilo all'anno di carne di agnello. I margini per la crescita dunque ci sono e l'obiettivo del Contas è di andare oltre i 500mila capi attuali per puntare a quota 700mila, contando sulla nuovissima campagna di promozione, elogiata a Siamaggiore anche dall'assessore all'Agricoltura Elisabetta Falchi, che fa leva sulla qualità di un prodotto che esprime nel modo più genuino la natura incontaminata della Sardegna.

Ed è proprio a margine dell’incontro di Siamaggiore che l’esponente della giunta Pigliaru ha raccontato che la Regione ha avviato colloqui con le autorità del Senegal per promuovere la commercializzazione della nostre carni e in particolare degli agnelli. «Si tratta di un primo passo con cui vogliamo aprire alla nostra isola i mercati dell’Africa centro-settentrionale – ha spiegato la Falchi –, con milioni di consumatori pronti ad acquistare l’Agnello Igp di Sardegna e che darebbero allo stesso tempo un valore aggiunto alle carni ovine relegate a beni di consumo di basso valore nel mercato regionale e nazionale. Nell’ottica di questi progetti già da gennaio daremo avvio ai lavori delle filiere». D’altronde, è stato sottolineato durante l’incontro, come milioni di persone si siano spostate in questi ultimi decenni dai continenti afroasiatici all’Europa: in Italia ci sono quasi un milione e mezzo di cittadini di religione islamica che consumano importanti quantità di carni ovine, non solo di agnello quindi, che potrebbero essere un mercato di sfogo per le oltre 750mila pecore che ogni anno in Sardegna arrivano a fine carriera.

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