La Nuova Sardegna

L'Anas rifà le strade sarde: lavori sulla 131 da Paulilatino a Sassari. Paga la Regione

di Umberto Aime
Un cantiere sulla 131
Un cantiere sulla 131

L'appalto dei cantieri lungo la Carlo Felice è previsto per la fine del 2015. E intanto, dopo 8 anni, è stato cancellato il cantiere infinito: via il «tappo» di Serrenti

27 novembre 2015
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CAGLIARI. Alleluia. Dopo otto anni di attesa, ecco il miracolo: sulla Carlo Felice non ci sarà più il maledetto e pericoloso «tappo di Serrenti». Senza grandi cerimonie, sarebbero state fuori luogo, dopo aver smantellato il cantiere della vergogna – era lungo tre chilometri – quasi dal nulla è apparsa la «nuova quattro corsie» da una parte e dall’altra del guard-rail.

È finito un incubo in quella fetta d’asfalto che dal 2007, anno d’inizio dei lavori, imprese sconsiderate e burocrazia avevano trasformato in un budello in cui anche un pilota di Formula Uno avrebbe avuto paura a passare. Da allora i sardi e non solo hanno rischiato chissà quante volte di schiantarsi su cartelli, transenne o finire nei fossati lasciati incustoditi fra Serrenti e Villasanta.

Per fortuna da ieri, giovedì 26, la trappola non c’è più e presto anche il tratto nord della Carlo Felice dovrebbe essere meno pericoloso. L’Anas ha annunciato che entro dicembre bandirà l’appalto per i chilometri fra lo svincolo di Paulilatino e Sassari.

Con 20 milioni di euro, pagati come il resto sempre e solo dalla Regione, sarà «affidata la manutenzione straordinaria (era ora) per azzerare un altro pericolo in agguato da troppo tempo».

Addio vergogna. I primi lavori nella porzione cagliaritana della 131 risalgono al 2007 e dovevano concludersi alla fine del 2012. Con un finanziamento di 50 milioni, l’impresa vincitrice dell’appalto – un ’associazione temporanea guidata dall’allora colosso «Mambrini costruzioni srl» di Roma – avrebbe dovuto eliminare gli incroci a raso presenti in poco più di 10 chilometri.

Com’è andata a finire e quasi superfluo ricordarlo: per anni il cantiere è rimasto allo sbando e solo alla fine del 2012 è stato finalmente rescisso il contratto con quella sciagurata cordata. Un anno dopo e al termine di un teso faccia a faccia con l’Anas, è stata la Regione a sbloccare i lavori.

L’appalto è stato di nuovo affidato e stavolta nei tempi dovuti, poco più di quattro mesi dal ritorno delle ruspe, le imprese Beozzo, Imp e Costruzioni Sacramanti hanno concluso un’opera che sembrava non dovesse finire mai. Purtroppo, alla fine dei conti quell’asfalto è costato alle casse della Regione 7 milioni in più anche se l’Anas è convinta di riuscire presto a recuperare dalla Mambrini una parte dei vecchi 50 milioni spariti nel nulla.

Soddisfazione 1. Se c’è un vincitore in questa battaglia campale è l’assessore ai Lavori pubblici Paolo Maninchedda. Prima ha sfidato l’Anas, che sembrava essersi disinteressata dal 2012 in poi del cantiere fantasma, subito dopo ha tirato fuori i soldi pubblici che mancano per evitare il blocco perenne. E ieri ha detto: «La Sardegna da sola è riuscita a eliminare quella che era una vera e propria servitù dovuta a un’incuria a cui dal 2014 ci siamo opposti con forza e determinazione fino a quando non abbiamo portato a casa il risultato che volevamo».

Il pressing - ha ricordato ancora Maninchedda – è stato quotidiano: «È continueremo con questa strategia di controllo, perché vogliamo che l’Anas, con cui però va detto i rapporti ora sono cambiati, mantenga i patti anche sugli altri investimenti». A cominciare da quelli urgenti sul tratto nord della Carlo Felice, sulla cagliaritana 554 (275 milioni stanziati) e anche per la nuova Sulcitana ancora d’ appaltare. «Poi – hanno confermato negli uffici dell’assessorato – è indispensabile che ci sia un’accelerata anche sulla Sassari-Olbia: i tempi di consegna dovranno essere rispettati».

Soddisfazione 2. A sorridere al momento dell’annuncio che «il tappo era saltato», è stato anche Valerio Mele, capocompartimento dell’Anas in Sardegna. «È vero che in passato i rapporti con la Regione sono stati burrascosi. Poi ci siamo riavvicinati con reciproca diffidenza e ora possiamo dire che abbiamo raggiunto una strategia comune».

La prova? Eccola: L’assessore Maninchedda ha confermato che per le manutenzioni stradali nell’isola «l’Anas spenderà sette volte tanto più del passato. Vuol dire che dai vecchi sette milioni l’anno salirà fino a 50». E anche questo è un miracolo.

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