La Nuova Sardegna

Luigi Pintor, ragione e passione nelle testimonianze di chi lo ha conosciuto

Luigi Pintor, ragione e passione nelle testimonianze di chi lo ha conosciuto

A novant’anni dalla nascita il libro “La dignità dell’uomo”  ricorda un protagonista del Novecento italiano

03 dicembre 2015
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SASSARI. A novant’anni dalla nascita il libro “La dignità dell’uomo” (Ediesse, 246 pagine, 13 euro) ricorda Luigi Pintor, un protagonista del Novecento italiano. Raccoglie 27 contributi di personaggi della politica, della cultura e del giornalismo. Qui pubblichiamo una parte di quello di Valentino Parlato.

Dal 1925 al 2003 la vita di Luigi Pintor attraversa un secolo segnato da tragedie, speranze, vittorie, sconfitte. La morte del fratello Giaime, 24 anni, in uno dei primi episodi della lotta partigiana, la Resistenza a Roma, la cattura da parte dei fascisti della banda Koch, la tortura, il carcere, la condanna a morte, la militanza comunista, il lavoro giornalistico all’«Unità», la radiazione dal Pci nel 1969, la nascita del manifesto, su cui scriverà sino a pochi giorni dalla scomparsa. Pintor è battuto fino all’ultimo per la dignità della persona umana, contro ogni forma di sfruttamento, contro la guerra, per una sinistra libera e aperta. Maestro di giornalismo, è rimasto famoso per i corsivi e gli editoriali, brevi e fulminanti. Le parole sono preziose, sono fatti di cui assumersi la responsabilità. Lo stile è innanzitutto una questione morale. Ne sono conferma i libri scritti negli ultimi anni della sua vita: “Servabo”, “La signora Kirchgessner”, “Il nespolo”, “I luoghi del delitto”.

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