Nuovi crolli a Montevecchio, frana fa tracimare la diga
GUSPINI. Le vecchie strutture minerarie e il territorio dei cantieri di Montevecchio crollano e cadono a pezzi creando situazioni di pericolo che, fortunatamente, non hanno finora arrecato danni alle...
GUSPINI. Le vecchie strutture minerarie e il territorio dei cantieri di Montevecchio crollano e cadono a pezzi creando situazioni di pericolo che, fortunatamente, non hanno finora arrecato danni alle persone. Durante la notte tra giovedì e ieri, una frana proveniente dal terreno sovrastante è finita dentro l’invaso della diga di Sa Perdera, sopra il cantiere di Sant’Antonio, fra le due strade provinciali per Arbus e per Guspini, che per un tratto scorrono parallele lungo il costone. La frana, decine e decine di tonnellate di pietrame e terriccio, ha causato la tracimazione della diga, con una autentica marea che si è riversata sul cantiere di Sant’Antonio e sulla strada per Guspini. Molte strutture minerarie del cantiere di Sant’Antonio e più giù ancora sono state invase da detriti e fanghiglia. La strada è stata chiusa al traffico, deviato sulla provinciale per Arbus. Sul posto hanno operato per tutta la mattinata i vigili del fuoco, la protezione civile, squadre di operai del comune di Guspini, mentre i carabinieri hanno provveduto alla viabilità. Tutta la zona è stata delimitata e dichiarata inagibile. Sulla fatiscenza e il pericolo delle strutture e degli impianti minerari dismessi c’è una nota del consigliere regionale di Arbus Gianni Lampis (FdI): «Poteva essere una strage, le aree minerarie dismesse sono una bomba ad orologeria. La responsabilità è della Regione che attraverso la sua società Igea dovrebbe occuparsi della custodia e della messa in sicurezza delle aree minerarie dismesse, ma così purtroppo non è».