La Nuova Sardegna

scontro in sel

Vendola gela Zedda e Pisapia: «Il centrosinistra non c’è più»

Vendola gela Zedda e Pisapia: «Il centrosinistra non c’è più»

CAGLIARI. L’invito ad andare al voto uniti rischia di frammentare ancora di più il già diviso centrosinistra. L’appello firmato da Massimo Zedda, Giuliano Pisapia e Marco Doria per un nuovo Ulivo che...

12 dicembre 2015
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CAGLIARI. L’invito ad andare al voto uniti rischia di frammentare ancora di più il già diviso centrosinistra. L’appello firmato da Massimo Zedda, Giuliano Pisapia e Marco Doria per un nuovo Ulivo che ricalchi l’asse Pd-Sel non sembra aver sortito gli effetti sperati. I sindaci di Cagliari, Milano e Genova si erano rivolti direttamente ai due principali partiti del centrosinistra - alleati in quasi tutta Italia, Sardegna compresa, ma avversari a Roma - per un rinnovo della alleanza, ma per ora la pace sembra lontana. A prendere le distanze dai tre primi cittadini è stato anche Nichi Vendola, il leader di Sel, lo stesso partito espressione di Zedda, Pisapia e Doria. «La politica – spiega l’ex presidente della Regione Puglia – si fa con la realtà e non con la fantasia. E in questo momento pensare al centrosinistra come formula politica nazionale significa discutere di fantapolitica. Per fare dei leader bisogna rifare il centrosinistra. Per rifarlo e affinché non sia un rito esoterico, occorre battere sul campo Renzi. Cioè colui il quale sta realizzando il programma di Berlusconi, oltre le migliori ambizioni di Berlusconi. Con grande amicizia dico a Giuliano, Marco e Massimo: il centrosinistra non c'è più». Vendola, dunque, rispedisce al mittente l’appello (apprezzato invece dalla presidente della Camera, Laura Boldrini) e rischia di rovinare i piani di Zedda, che a Cagliari ha già incassato il via libera del Pd per la ricandidatura. Insomma, anche in Sardegna potrebbe verificarsi quello che sta succedendo a Torino e Bologna, dove il partito di Vendola ha dichiarato finita l’alleanza con il Pd e ha annunciato propri candidati contro Piero Fassino e Virginio Merola. E a complicare ulteriormente le cose ieri è stata anche la presa di posizione di Dario Nardella, renzianissimo sindaco di Firenze, che ha definito l’appello da Zedda, Pisapia e Doria per un nuovo centrosinistra «una restaurazione impossibile, almeno a livello nazionale. Dobbiamo essere centrali, non centristi. L’Italicum disegna un quadro bipolare. Da una parte ci sarà il polo Brancaleone, unito solo dall’ostilità al premier e dal no all’Europa. Dall’altra il partito della responsabilità e della fiducia nel futuro». Insomma, quel partito della Nazione inviso alla minoranza del Pd, che ha subito chiesto chiarimenti a Renzi, e invece apprezzato da chi da destra guarda al Pd con interesse, come la coppia Bondi-Repetti, che ha accolto con grande entusiasmo le parole del sindaco di Firenze. (al.pi.)

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