La Nuova Sardegna

Porto Torres, hub del Mediterraneo

di Gianni Bazzoni
Porto Torres, hub del Mediterraneo

Lo scalo turritano è candidato ad assumere il ruolo centrale per la raccolta e lo smistamento delle merci dell’alto Tirreno

19 dicembre 2015
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PORTO TORRES. Collocare Porto Torres e la Sardegna al centro dei traffici marittimi del Mediterraneo: mai come questa volta l’opportunità è a un passo dall’essere concretizzata. Ieri a Barcellona al Palacio de Pedralbes, sede dell’Ufm (l’Unione per il Mediterraneo) si è svolta la conferenza finale del progetto Optimed che fa parte del programma di cooperazione transfrontaliera Enpi Cbc Med 2007-2013: l’obiettivo è quello di promuovere migliori condizioni e modalità per incrementare la circolazione delle merci e dei capitali tra i territori del bacino Mediterraneo.

La Sardegna era rappresentata dall’assessore regionale ai Trasporti Massimo Deiana e dal direttore generale Gabriella Massidda; dal professor Paolo Fadda, responsabile del progetto scientifico messo a punto dagli specialisti del Cirem (il Centro interuniversitario ricerche economiche e mobilità dell’ateneo di Cagliari); da Pietro Preziosi, Commissario straordinario dell’Authority; da Pasquale Taula e Claudio Pecorari per il Consorzio industriale provinciale di Sassari e per il Comune di Porto Torres. Tra gli ospiti, Hassan Kraytem (presidente porto di Beirut) e Pere Pedrosa (direttore generale della direzione di Mobilità e Trasporti della Generalitat de Catalunya).

Soddisfazione dell’assessore Massimo Deiana a conclusione dell’incontro: «Un progetto proficuo – ha detto – che lascia segnali importanti sul territorio regionale. In un momento di scelte politiche, economiche e di sviluppo, decisive e inderogabili. Il sistema Paese può solo beneficiare della Sardegna come elemento centrale e ponte transcontinentale nei traffici marittimi del Mediterraneo». L’assessore ai Trasporti ha raccontato la storicità portuale di Porto Torres e ha sottolineato che lo scalo del nord Sardegna deve fare rete con gli altri porti del Mediterraneo. Ha detto inoltre della valenza della proposta che lo indica come terminale di gas metano, anche per alimentare le navi in transito.

Lo studio Cirem è stato eseguito su 24 porti e 79 compagnie in un percorso biennale e ha coinvolto le istituzioni della Spagna, del Libano, della Francia e dell’Egitto, i vari partner (i porto di Beirut e Barcellona), l’Autorità portuale del Nord Sardegna e l’Ascame (l’Associazione delle Camere di commercio del Mediterraneo). Dalle conclusioni, dunque, la certezza che lo scalo di Porto Torres è il candidato principe - con Beirut sull’altro versante - ad assumere il ruolo centrale e transfrontaliero per raccolta, smistamento e distribuzione delle merci dei porti dell’arco dell’alto Tirreno.

«Un percorso serio – ha detto Paolo Fadda – che introduce il concetto di hub-and-spoke tipico del trasporto aereo in un settore quale è quello del Ro-Ro marittimo, nel quale attualmente si opera spesso con linee spot, senza una certezza di frequenza né di orari. Dobbiamo rendere il sistema affidabile ed efficiente: va garantito il “door to door” e il “just in time” per cui i tempi certi dei collegamenti e i costi devono essere competitivi».

Otto navi per Beirut ogni 7 giorni e circa 30 verso altre destinazioni: questo lo scenario futuro di Porto Torres hub nel Mediterraneo. Optimed ha un budget complessivo di 1,9 milioni di euro con un contributo comunitario pari al 90 per cento e sotto la guida della Regione (come autorità di gestione) può davvero promuovere un processo di cooperazione organizzato e sostenibile nel Mediterraneo.

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