La Nuova Sardegna

Sanzioni dell’Unione Europea, decine di hotel sardi rischiano di chiudere

Pino Porcedda, presidente dell'Ente bilaterale per il turismo
Pino Porcedda, presidente dell'Ente bilaterale per il turismo

Finanziamenti per le ristrutturazioni contestati, l’Ente bilaterale del turismo: «Solo la Regione può salvare gli albergatori»

21 dicembre 2015
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ORISTANO. L’Ente bilaterale del turismo al fianco degli albergatori sanzionati dall’Unione europea. Un appoggio incondizionato, anche perché, afferma il presidente Pino Porcedda, il rischio è che l’epilogo della vicenda sia la chiusura di decine di strutture ricettive. Un’ecatombe per il mercato del turismo e per quello del lavoro. «Stiamo seguendo con molta apprensione l'evoluzione della legge 9/1998 con la quale vennero finanziati 15 anni fa interventi di ristrutturazione per 35 milioni di euro – spiega Porcedda –. Con grande preoccupazione prendiamo atto dell'assurda situazione che si è venuta a creare con l'intervento dell'Unione Europea che ha ritenuto quei fondi assegnati agli albergatori un vero e proprio aiuto di stato. La situazione è drammatica e sta rischiando di mettere in ginocchio e far chiudere queste strutture ricettive con grave danno che ne deriverebbe per l'economia turistica e la conseguente perdita dei posti di lavoro nel settore turistico».

«Come Ente bilaterale auspichiamo che la Regione individui tutte le possibili e immediate soluzioni affinché si renda alle imprese meno onerosa possibile, la restituzione dei fondi che di fatto sembra un evento inesorabile – dice ancora il presidente regionale –. Rileviamo come a provocare questo grave errore sia stata a suo tempo l'amministrazione regionale. Ribadiamo di fatto come ad oggi nessuno abbia pagato per questo grave evento, così come non siano stati mai chiamati in causa i politici e dirigenti di quel periodo che con il loro comportamento hanno creato e provocato questo disastro».

Dunque, sostiene l’Ente bilaterale, o interviene la Regione o gli hotel rischiano lo stop. «Purtroppo attualmente gli unici a rimanere coinvolti in questo problema sono stati proprio gli albergatori che hanno usufruito di quei contributi che ad oggi – conclude Porcedda – non sanno neanche se per la prossima stagione potranno aprire le loro strutture turistiche e confermare la relativa assunzione del personale».

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