La Nuova Sardegna

I vicini di casa sotto choc «Terribile non vederli più»

dI Luca Fiori
I vicini di casa sotto choc «Terribile non vederli più»

Il piccolo centro del Goceano si stringe con affetto intorno alla famiglia Spente le luminarie, stop ai festeggiamenti: sarà un Natale triste

23 dicembre 2015
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INVIATO A BOTTIDDA. Ogni mattina, prima di entrare in macchina e lasciarsi sistemare nel seggiolino dalle mani delicate della mamma, Davide aveva un appuntamento a cui non voleva mancare. Impazziva per i gattini di una vicina di casa il piccolo volato in cielo lunedì sera dopo uno schianto sulla strada Nuoro-Macomer, e mamma Antonella lo accontentava sempre.

Prima di accompagnarlo ad Anela, all'asilo nido, Antonella Galistu lasciava che il suo angioletto salutasse con la manina i tre gatti di Filomena Letizia, una compaesana della famiglia Pilu che vive a venti metri da via Spano 10, dove si trova una casetta gialla a due piani, da cui si scorge il castello di Burgos e dove quest'anno il Natale non arriverà.

«Miao miao diceva il piccolo Davide – racconta la vicina di casa che potrebbe essere la nonna – e una volta dentro la macchina, dopo aver salutato i miei tre gatti, salutava me con la manina e con quegli occhioni neri e luminosi».

C'è un silenzio surreale in via Spano il giorno dopo la tragedia che ha spezzato due vite e lasciato sulla terra un uomo che ha perso i pezzi più importanti della sua esistenza, senza capire il perché. C'è un silenzio di morte e dolore in tutta Bottidda, il piccolo centro del Goceano in cui i 700 abitanti si conoscono tutti tra loro. Gli addobbi natalizi appesi ai vetri della casa in cui Adriano Pilu e Antonella Galistu vivevano, insieme al piccolo Davide, raccontano di una famiglia felice che si preparava alle feste. Dietro quella finestra ci sarà certamente un albero di Natale e ai suoi piedi dei doni che nessuno aprirà mai. Ci saranno, sparsi per la casa, i giochi di Davide e le sue foto appese alle pareti. Fuori da quel giardinetto il paese non trova parole per raccontare un dolore che è troppo grande per chiunque. In una comunità così piccola, così raccolta, è un macigno che rotola sopra ogni casa di questo borgo di allevatori e contadini situato ai piedi del Monte Rasu. «Con il padre di Adriano siamo cresciuti insieme – racconta con gli occhi lucidi Sandro Manconi, un vicino di casa – è un tragedia troppo grande, non riesco a crederci». Seduti a un tavolino del bar del paese, tre ragazzi sui vent’anni e due uomini di mezza età parlano a voce bassa dell’accaduto. Provano a ricostruire la dinamica dello schianto che ha ucciso una mamma di Illorai, che Bottidda aveva adottato per la sua simpatia e disponibilità con tutti. Antonella Galistu si era trasferita in paese tre anni fa, dopo il matrimonio con Adriano Pilu, poco dopo era nato Davide. Lavorava a Sassari come impiegata alla Gesam. Tutte le mattine accompagnava il suo bambino all’asilo e poi correva in ufficio. Lei e Adriano erano pieni di vita. «Se c’era da fare festa – racconta un compaesano – erano sempre in prima linea. Se c’era da dare una mano a qualcuno non si tiravano mai indietro». Dopo la scomparsa della mamma, il giorno di San Silvestro di cinque anni fa, Adriano aveva cercato di andare avanti. Il suo salumificio a pochi chilometri del paese, aperto pochi anni fa, aveva riscosso in poco tempo grande successo. Prima portiere e poi dirigente della squadra di calcio del paese, Adriano è benvoluto da tutti i compaesani. È stato naturale lunedì sera, quando la notizia dell’incidente ha riempito di dolore le strade di Bottidda, spegnere le luminarie e sospendere il torneo di calcetto appena iniziato. Annullato anche il concerto con i canti natalizi in programma il 3 gennaio e la visita di Babbo Natale che ieri mattina avrebbe dovuto portare dei doni ai bambini della scuola elementare.

Oggi a Bottidda sarà lutto cittadino. Alle 15, nella chiesa della Beata Vergine del Rosario, mamma Antonella e il piccolo Davide riceveranno l’ultimo saluto del paese. Adriano dovrà trovare la forza di andare avanti. Qualcuno dovrà aiutarlo a trascinare il macigno che lo ha travolto. Qualche volta guarderà il cielo e il sorriso di Antonella, gli occhioni neri di Davide e la sua manina che fa ciao ciao forse gli ridaranno un po’ di serenità.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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