La Nuova Sardegna

la tragedia di BOTTIDdA

di Valeria Gianoglio
la tragedia di BOTTIDdA

NUORO. Adriano Pilu, che viaggiava sulla Nuoro-Macomer a qualche auto di distanza dalla moglie Antonella e dal figlio Davide, ha visto tutto. O meglio, per qualche secondo, dopo aver scorto una fila...

23 dicembre 2015
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NUORO. Adriano Pilu, che viaggiava sulla Nuoro-Macomer a qualche auto di distanza dalla moglie Antonella e dal figlio Davide, ha visto tutto. O meglio, per qualche secondo, dopo aver scorto una fila improvvisa di auto che non riuscivano a proseguire vicino al bivio di Orotelli sulla statale 129, ha creduto che l’incidente che aveva causato l’ingorgo non lo riguardasse. «Avviso subito Antonella, perché stia attenta», ha pensato, mentre la sua auto, appena ritirata da un’officina di Nuoro e pronta a essere caricata di salumi da distribuire ai clienti per Natale, continuava il suo percorso di ritorno verso casa. Così ha preso il suo telefonino, ha composto il numero della moglie, e ha atteso, con un pizzico di ansia crescente, che lei rispondesse. Quella risposta, ad Adriano Pilu non è mai arrivata, e per lui da quell’esatto istante si sono aperte le porte dell’inferno. Una sorta di terribile incubo fatto di lamiere distorte, domande irrisolte, ambulanze e sirene che illuminano a sprazzi una notte buia e umida. Un incubo dove il culmine del dolore racconta di una moglie stretta dentro l’abitacolo di un’auto uscita fuori strada, e di un bimbo, il piccolo Davide Pilu, di appena un anno e tre mesi, che nonostante tanti sforzi nessuno riesce a strappare alla morte.

Lo schianto. Il giorno dopo il terribile incidente che ha spezzato per sempre la vita di Antonella Galistu, 35 anni, di Bottidda, e del suo piccolo Davide, la ricostruzione di quei tremendi secondi sulla Nuoro-Macomer rivela nuovi particolari, alcuni dei quali sembrano figli di un destino davvero crudele. Adriano Pilu, il marito di Antonella e papà del piccolo Davide, ha visto tutto. Era ad appena qualche auto di distanza dalla moglie Antonella, quando la Polo guidata da quest’ultima è stata centrata da una Saab che arrivava dalla direzione opposta. E in seguito all’impatto è uscita in cunetta stringendo a sè, nella morsa della lamiere, mamma e figlio.

Invasione di corsia. Ma oltre ai particolari più dolorosi legati alla ricostruzione dell’incidente, i nuovi accertamenti eseguiti ieri mattina, e alla luce del giorno, dalla polizia stradale nuorese coordinata dal comandante Guido Coppola, hanno permesso di stabilire con certezza la dinamica dello schianto. Punto primo: l’urto è stato provocato da un’invasione di corsia. Punto secondo: a invadere la corsia opposta è stata la Saab guidata dal giovane di Bono, Giacomo Orritos, 24 anni, che viaggiava insieme alla cugina e compaesana Rita Lisei. Punto terzo: un testimone ha assistito alla scena e in seguito avrebbe confermato che le cose sono andate davvero così.

Primo indagato. È il conducente della Saab. Un indagato tecnico, ovvero dovuto, soprattutto nella prima fase di un’inchiesta nata da un incidente mortale. Saranno i prossimi passaggi dell’indagine, da adesso in poi, a stabilire se e dove vi siano state le responsabilità di qualcuno, se lo schianto poteva essere evitato, e soprattutto da cosa sia nata l’invasione di corsia. Un attimo di fatale distrazione? Un colpo di sonno? O ancora che altro? L’inchiesta, dunque, va avanti e deve chiarire ancora tanti aspetti.

Alcol test negativo. La polizia stradale nuorese, subito dopo essere intervenuta sulla Nuoro-Macomer, lunedì sera, ha sottoposto all’alcol-test il conducente della Saab. I risultati sono arrivati nel tardo pomeriggio di ieri: Orritos non aveva bevuto, né aveva assunto alcun tipo di droga. Era alla guida “pulito”. La polizia stradale ha inviato alla Procura di Nuoro una relazione dettagliata sullo scontro frontale. L’inchiesta è seguita dal sostituto procuratore Tommaso Giovannetti. Stamattina potrebbe essere eseguita l’autopsia sui corpi delle due vittime, oppure un esame esterno. Alle 15, nella chiesa del Rosario, saranno celebrati i funerali.

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