La Nuova Sardegna

Smog, sotto accusa stufe e impianti a gasolio

Smog, sotto accusa stufe e impianti a gasolio

Polveri sottili fuori norma: pesa l’assenza del metano. Deliperi (Grig): «Stop al taglio degli alberi»

29 dicembre 2015
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SASSARI. Stufe, caminetti e i vecchi impianti di riscaldamento a gasolio: più dannosi del traffico, dello scarico delle auto e responsabili in larga parte del picco di smog registrato anche in Sardegna, in particolare a Cagliari e in alcune zone del Campidano. Niente a che vedere con la nebbia fitta che avvolge Milano e Roma, ma anche nell’isola nel caldo mese di dicembre in diverse occasioni è stato superato ilvalore massimo di emissioni di Pm10, le famigerate polveri sottili. Secondo l'Arpas, che certifica i dati con le sue 44 centraline dislocate in tutta l'isola, le giornata più critiche si sono registrate ai primi di dicembre, in concomitanza con i primi freddi, e in questi giorni caratterizzati dall'assenza di piogge e temperature miti. «Nella peggiore delle situazioni, vale a dire nell'agglomerato di Cagliari, compreso Monserrato, Quartu e Elmas, si è arrivati a 28 superamenti dei livelli di Pm10 sui 50 previsti come limiti di legge». Il Comune di Cagliari non abbassa la guardia ma non imita le città del Nord: niente blocco del traffico, no alle targhe alterne: non servirebbe, spiega l'assessore alla Viabilità Mauro Coni, «perché il traffico incide non più del 15-20% sull'inquinamento totale. I superamenti delle soglie consentite si sono registrati anche nel mese di novembre, con alcuni casi nel Cagliaritano, nell’area di Portoscuso e a San Gavino nel Medio Campidano. Dice Claudia Zuncheddu, leader del movimento Sardigna libera: «Spesso si omette di citare tra le fonti maggiormente responsabili dell’inquinamento le attività del polo industriale, da Sarroch a Macchiareddu, coi relativi inceneritori. Benchè consolidata la conoscenza sul rapporto tra gli effetti nocivi sulla salute e le dimensioni del particolato aereo, in molte aree strategiche, e tra queste Macchiareddu, si continuano a rilevare solamente le particelle più grosse, i PM 10, ignorando la rilevazione e il monitoraggio dei più insidiosi PM 2,5 e la frazione ultrafine che include le nanoparticelle, particolarmente responsabili di danni a livello polmonare, cardiocircolatorio, del sistema nervoso centrale e di qualsiasi organo». Ma c’è anche un altro aspetto importante: «il taglio insensato degli alberi in molte città italiane, tra cui Cagliari», denuncia Stefano Deliperi, portavoce delle associazioni ecologiste e del Gruppo di intervento giuridico. «Come confermano le più recenti ricerche scientifiche, gli alberi non solo sottraggono anidride carbonica e forniscono ossigeno all’aria che respiriamo ma eliminano anche le pericolosissime polveri sottili, specialmente il particolato fine inquinante generato soprattutto dai sistemi di riscaldamento tradizionali e dal traffico veicolare».

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