La Nuova Sardegna

La famiglia di Orune che viveva a casa di Audrey Hepburn

Andrea Sini
Audrey Hepburn sul set di «Colazione da Tiffany»
Audrey Hepburn sul set di «Colazione da Tiffany»

Giovanni Orunesu e sua moglie Rucchita hanno curato giardino e cucina della stella del cinema nella tenuta della Paisible, in Svizzera, fino alla morte dell'attrice nel 1993

30 dicembre 2015
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La diva di “Colazione da Tiffany” faceva colazione alla sarda. A La Paisible, la sua tenuta immersa nel verde della Svizzera, Audrey Hepburn ha vissuto per decenni a stretto contatto con una famiglia di Orune, che di cognome faceva, e fa, Orunesu.

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Una cuoca, una governante, un giardiniere tuttofare e due figli: più che la classica servitù, una piccola comunità cresciuta a strettissimo contatto con l’attrice e la sua famiglia. E diventata, col tempo, quasi un pezzo della famiglia stessa di una delle icone del Novecento.

La storia. Alla fine degli anni Sessanta Hepburn è al top della fama: film come “Vacanze romane”, “Colazione da Tiffany” e “My fair lady” l’hanno consacrata a livello mondiale sul grande schermo. Dopo la fine del primo matrimonio, con l’attore Mel Ferrer, inizia la relazione con lo psichiatra romano Andrea Dotti e le frequentazioni nella Capitale si moltiplicano.

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Nel personale di servizio impiegato a Cinecittà c’è Giovanna Orunesu, eccellente cuoca, che inizia a familiarizzare con l’attrice anglo-olandese e a prestare servizio a casa sua, insieme alla sorella Tina. Quando Audrey decide di trasferirsi con il marito in Svizzera, propone a Giovanna di seguirla nella loro nuova casa per ricoprire il ruolo di governante. Con un’ulteriore richiesta: trovare altre persone di fiducia da affiancarle.

Giovanna pensa immediatamente ai suoi familiari, Giovanni con sua moglie Rucchita, che da Orune sono da poco emigrati a Milano. Così i due prendono armi e bagagli e si trasferiscono a casa Hepburn portando con loro la figlia Marilena, nata a Orune. La diva, che nel 1970 darà alla luce il secondo figlio, Luca, si trova così all’improvviso con la casa “invasa” di sardi. È l’incredibile storia degli Orunesu.

La Paisible. I coniugi Dotti, stanchi della frenesia della vita romana e preoccupati per il clima pesante che si sta creando in Italia, acquistano una tenuta a Tolochenaz, nei pressi di Losanna. La chiameranno “La Paisible”, con evidente richiamo alla tranquillità che vanno cercando. Le donne arrivate da Orune si occupano delle questioni di casa, Giovanni fa da autista e giardiniere, ma tra le famiglie si instaura un legame che va ben oltre il normale rapporto tra padroni di casa e servitù.

Gli Orunesu non abitano in una dependance: occupano invece il terzo piano dello stabile principale della famiglia dell’attrice. Giovanna deciderà dopo qualche anno di andare via, ma il resto della “colonia” sarda resterà accanto alla diva sino alla sua morte, avvenuta nel 1993 all’età di 64 anni.

Ai fornelli. Audrey ha smesso di girare il mondo come attrice (tra il 1967 e il ’76 resterà completamente inattiva, impegnata a crescere i figli), ma intanto ha iniziato a occuparsi di cause umanitarie. Non ama andare in ristorante e preferisce invitare a casa i suoi ospiti, spesso intervenendo di persona ai fornelli: di ritorno dai suoi tanti viaggi, alla Paisibile troverà sempre una perfetta intesa con gli Orunesu.

Giovanni, che nel frattempo si è rivelato un vero e proprio mago del giardinaggio, oltre a curare alla perfezione le piante, ha arricchito la tenuta piantando fiori (che l’attrice ama particolarmente) e ortaggi utili per la cucina. Ancora oggi, in casa Dotti, girano racconti leggendari sulle dimensioni delle zucchine o della frutta dell’orto di Giovanni Orunesu.

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Un legame indissolubile. Sean Ferrer e Marilena Orunesu, che sono quasi coetanei, da bambini ogni giorno trascorrono tantissime ore a giocare in casa e in giardino. Nel 1978 nasce l’ultimo degli Orunesu, Pierluigi, e il padrino sarà proprio il primogenito della Hepburn, Sean. Non solo: il suo secondo nome, Christopher, gli viene dato perché particolarmente caro alla madre dell’attrice, la baronessa Ella van Heemstra, che per molti anni ha vissuto con loro.

«Una colonia sarda in casa? Non proprio: diciamo che tutti loro per noi sono come parenti – racconta oggi Luca Dotti – e figure come quella di Giovanni in casa nostra erano assolutamente imprescindibili. Con mia madre si confrontavano continuamente su piante e fiori». Il feeling era tale che un giorno, a una Audrey già segnata irrimediabilmente dalla malattia, Giovanni le disse: «Come farò a mandare avanti il giardino senza di lei?». «Tranquillo, io continuerò ad aiutarti, ma in un altro modo». L’attrice morì il giorno successivo.

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James Bond in giardino. Pierluigi Orunesu è il più piccolo di tutti, a La Paisible, e in virtù di questo, oltre a essere il più coccolato, ha accesso a tutte le stanze della casa. Compresa quella degli archivi, nella quale Audrey Hepburn conservava tutto quello che riguardava il suo lavoro. È l’attrice a insegnare a Marilena a nuotare, nella piscina della tenuta. «Ed era lei, molto spesso, a tagliarmi i capelli – ricorda Pierluigi Orunesu –. Mi ha anche pagato gli studi. Per me era una cosa normale, era come una zia».

Un po’ meno normale era semmai uscire in giardino e trovarsi di fronte l’attore Roger Moore, che era molto amico della Hepburn e che in quegli anni recitò nel ruolo dell’Agente 007. Ma anche imbattersi in James Bond faceva parte della straordinaria normalità della Paisible.

Il ritorno in Sardegna. La Paisible venne venduta pochi anni dopo la morte di Audrey Hepburn. Luca Dotti ha lavorato come grafico per diversi anni e ora ha deciso di raccogliere il testimone lasciato dalla madre, occupandosi a tempo pieno della fondazione benefica che porta il suo nome. I coniugi Orunesu sono tornati in Sardegna e oggi vivono in Gallura.

Pierluigi ha invece deciso di restare in Svizzera ed è l’unico, tra tutti i vecchi inquilini, ad abitare a un tiro di schioppo dalla Paisibile. Parlano spesso, tra loro, degli anni vissuti a contatto con quella diva così speciale. Non rievocano storie sull’icona conosciuta in tutto il mondo, ma coltivano – ancora oggi – semplici ricordi di una persona cara. Una della famiglia.

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