La Nuova Sardegna

Pierluigi Orunesu: «Sotto l’albero di Natale sempre i doni di Audrey Hepburn»

Pierluigi Orunesu con papa Francesco
Pierluigi Orunesu con papa Francesco

Il ricordo del figlio dei coniugi di Orune, oggi titolare di un’azienda agricola tra Alpi ed Emilia

30 dicembre 2015
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ROMA. La stretta di mano del Pontefice, una breve chiacchierata e la consegna di un dono speciale. Pierluigi Christophe Orunesu non ha perso l’abitudine alle frequentazioni importanti: poco più di un anno fa, ai primi di dicembre del 2014, il ragazzo cresciuto alla corte di Audrey Hepburn è stato ricevuto in udienza privata in Vaticano da papa Francesco. E da buon sardo non si è presentato a mani vuote: «Ho donato al pontefice due asinelli, Thea e Noè, oltre a un carico di latte d’asina da destinare all’ospedale Bambin Gesù», racconta il giovane imprenditore sardo-svizzero. Che è fondatore e amministrazione della società Eurolactis.

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«Dopo gli studi in scienze politiche e le scuole di business, nel 2007 ho iniziato a portare avanti questo progetto agricolo, con l’obiettivo di creare un’intera filiera di latte d’asina. La sede della società è in Svizzera – dice Orunesu, che ha 37 anni –, il grosso dell’investimento è al momento tra Bologna e Parma, ma mi piacerebbe fare qualcosa in Sardegna. Non tutti lo sanno, ma il latte d’asina è il latte animale che più si avvicina a quello materno, ed è ipoallergenico. Non a caso Eurolactis partecipa a un programma di ricerca, finanziato dalla Comunità Europea, per assicurare l'alimentazione e la salute dei bambini nati prematuri. I primi risultati confermano gli effetti benefici del ricorso al latte d'asina per la sopravvivenza dei nati prematuri».

L’azienda guidata dal figlio del giardiniere e della cuoca di una delle attrici più amate di ogni tempo, è entrata stabilmente anche nella grande distribuzione. «Di recente abbiamo lanciato, il primo latte d’asina in tetrapack pronto al consumo, sia in polvere che in sciroppo. Oltre a Onalat Crème da 100 ml, per la dermo-cosmesi. La nostra azienda punta a produrre profitti, è ovvio, ma io porto sempre con me l’esempio di Audrey, che si è spesa per tanti anni in importanti cause umanitarie in tutto il mondo. Io stesso ho lavorato per la Croce Rossa, in Svizzera, e credo fermamente che il business possa andare di pari passo con le cause sociali. Investire nella ricerca su un prodotto che possa aiutare i nati prematuri fa parte di questa mission».

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Qualche ricordo particolare degli anni vissuti alla Paisible? «Quella è semplicemente la mia fanciullezza – dice Orunesu –, la mia gioventù. Ricordo con particolare piacere il natale: Audrey amava quella festa e ogni anno faceva regali a tutti noi. Lei, per esempio, mi ha regalato il mio primo lettore cd e la mia prima macchina fotografica. L’apertura dei pacchetti era un vero e proprio rito, come in ogni famiglia, e le nostre famiglie lo vivevano insieme».

«La Sardegna? I miei genitori sono tornati a vivere là – conclude Pierluigi Orunesu – e io ci vado appena posso. Parlo diverse lingue, ma per fortuna mamma e papà tra loro parlavano in sardo, anche a La Paisible. E così anch’io, che sono l’unico tra tutte quelle persone ad abitare ancora a Morges, capisco il dialetto perfettamente». (a.si.)

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