La Nuova Sardegna

Spari, incendi e distruzioni per salutare il nuovo anno

Spari, incendi e distruzioni per salutare il nuovo anno

Notte di straordinaria follia nell’isola: nel mirino arredi urbani e addobbi natalizi L’alcol è il principale indiziato, ma spesso nei giovani manca la coscienza civica

02 gennaio 2016
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SASSARI. Ubriachi di inciviltà. Non può essere solo l’alcol a trasformare i giovani impegnati a salutare l’anno nuovo in un esercito di distruttori della notte. Il vino, la birra, lo spumante sono i principali indiziati, ma alla base di questi raid vandalici di Capodanno c’è dell’altro. Abbattere l’albero di Natale o dare fuoco a un presepe, ma anche rovesciare aiuole e panchine sono sintomo di una diffusa mancanza di coscienza civica che emerge soprattutto nei giorni di festa, proprio perché aiutata dall’alcol. Ogni domenica mattina nei centri di città e paesi si contano i danni. A finire nel mirino sono quasi sempre gli arredi urbani, ma anche auto e attività commerciali. Uno scenario di guerriglia che a Capodanno si moltiplica. Più persone ci sono, più aumenta il rischio di raid. Un film che si ripete ogni 12 mesi. Ma se prima a farne le spese erano lampioni e cartelli stradali - Orune anche quest’anno ha rispettato la tradizione, anche se si registra un calo dei pali colpiti - ora il vandalismo di San Silvestro colpisce senza distinzioni. A farne le spese sono addirittura un albero di Natale e un presepe. Qualcuno parla di attacchi alla religione, all’identità cristiana, ma viene difficile scovare dietro quei raid motivazioni religiose. Sono semplicemente azioni incivili, barbare alimentate dagli eccessi alcolici. Come il raid di Buddusò contro fioriere e panchine. Forse l’unica soluzione per porre fine agli scempi di San Silvestro (o del sabato notte) è fare in modo che simili azioni non restino impunite. Proprio quello che ha deciso di ottenere il sindaco di Buddusò sfidando gli incivili che hanno messo sottosopra il centro del paese. (al.pi.)

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