La Nuova Sardegna

Marco, il signore delle Limousine

di Serena Lullia
Marco, il signore delle Limousine

Prima gli studi in economia, poi l’azienda modello con le mucche da record

11 gennaio 2016
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OLBIA. Ha vestito di futuro un mestiere del passato, unendo i segreti della professione imparati dal nonno e dal padre allo sguardo innovativo dell’uomo moderno. Marco Asara, allevatore di 41 anni, ha fatto della sua azienda agricola una eccellenza certificata a livello internazionale.

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La carne delle sue limousine, super selezionate e nutrite solo con erba, è un modello di bontà inimitabile, apprezzata e studiata. Marchio Asara. Per il giovane allevatore mai nessun dubbio sulla scelta di cosa fare da grande. La campagna nel dna, una infanzia e una adolescenza vissute tra la azienda del babbo e gli uffici di Coldiretti, un percorso universitario in economia e commercio. Poi la decisione di dedicarsi in modo totale alla sua azienda e farla diventare moderna e all’avanguardia.

«Posso dire di aver realizzato il mio sogno – commenta Asara –. La mia fortuna è stata avere una idea da giovane che è stata vincente».

L’allevatore una volta alla guida dell’azienda del padre, inserisce nel parco vacche le limousine di razza francese. Se ne prende cura non solo garantendole una vita senza stress, ma anche creando per loro una dieta ad hoc. Stop all'alimentazione tradizionale dei cereali. Le limousine di Asara vanno a erba, spontanea e seminata. Gli effetti sulla carne sono straordinari. Ha caratteristiche uniche per tenerezza, colore, ha più proteine e meno grassi. Un prodotto di micronicchia, per cultori, venduto in modo diretto. L’allevatore viene ammesso nell'Ordine Escoffier, il prestigioso club della cucina internazionale e la sua azienda innovativa viene chiamata a partecipare all’Expo.

«Sono soddisfatto di quanto ho realizzato fino a oggi – commenta –. E non mi stupisce che oggi tanti giovani si riavvicinino alle campagne. In passato si provava quasi imbarazzo a dire che si era allevatori o coltivatori diretti. Oggi c'è più attenzione al comparto. Negli anni, anche grazie alle battaglie fatte dai nostri padri questo mestiere ha riacquistato la dignità che merita».

Nessuno però pensi che il lavoro in campagna possa essere concepito come 50 anni fa. «Il modello dell’allevatore che mungeva solo le pecore appartiene al passato e non potrebbe funzionare oggi – afferma Asara –. Al lavoro sul campo devono affiancarsi competenze, un percorso di ricerca, innovazione. Se fosse possibile mi piacerebbe che i miei figli portassero avanti la mia azienda. Io il mio sogno l'ho realizzato. Ma c’è molto da fare. Il futuro è nella ricerca».

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