La Nuova Sardegna

Addio alla chimica verde Eni conferma: cediamo Versalis

di Gianni Bazzoni
Addio alla chimica verde Eni conferma: cediamo Versalis

Trasferta flop a Roma per la delegazione sarda. I sindacati infuriati: il 20 gennaio sarà sciopero Il ministro Guidi: seguiremo con attenzione gli sviluppi. Tavera (Uiltec): vogliamo risposte

13 gennaio 2016
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ROMA. L’ennesimo viaggio che sembra riportare al triste passato, un salto indietro più che un passo avanti. Finisce con i sindacati totalmente insoddisfatti che confermano lo sciopero nazionale di 8 ore per il 20 gennaio di tutti i lavoratori dei gruppi Eni e Saipem, il Governo che invoca un piano solido per il futuro della chimica nel Paese ma non riesce ad andare oltre una timida apertura rappresentata da un «tavolo permanente» al ministero dello Sviluppo economico. Eni invece, prende tempo e i vertici ripetono che la scelta di un nuovo partner serve solo «a rafforzare il programma di sviluppo di Versalis».

Non è andata bene la trasferta romana della delegazione sarda (lavoratori, sindacati e una piccola pattuglia di amministratori locali del Sassarese: il vice sindaco di Sassari, un assessore di Alghero e un consigliere comunale di Porto Torres) che, ieri pomeriggio, era in via Veneto all’incontro svolto al dicastero dello Sviluppo economico alla presenza del ministro Federica Guidi.

I lavoratori hanno atteso per strada qualche notizia positiva, ma le aspettative non erano tante. E così - di fronte allo spiegamento delle forze dell’ordine - sui volti di tanti si percepiva solo delusione.

Il tempo passa, quindi, e le decisioni non arrivano, anzi si continua a rimandare. L’esempio di ieri è emblematico: sul piatto c’era - ancora una volta - il futuro della chimica dell’Eni, con quella apertura degli ultimi anni su alcune realtà, come quella di Porto Torres, per realizzare progetti compatibili con l’ambiente e quindi destinati a uno sviluppo possibile in una dimensione internazionale.

Dall’Eni è giunta la conferma della ricerca di un partner al quale trasferire il 70 per cento di Versalis, con una mossa che i sindacati considerano la fine della chimica nel Paese. Il nome che continua a circolare è quello del fondo americano «SK Capital», sul quale si addensano però molti dubbi e che le organizzazioni sindacali ritengono non adeguato per dare le garanzie necessarie per una operazione di tale portata.

«L’Eni non ha assunto alcun impegno significativo – ha detto il segretario nazionale della Cgil Susanna Camusso, presente all’incontro insieme al leader della Uil Carmelo Barbagallo e a Giuseppe Farina della segreteria nazionale della Cisl – rispetto al tema fondamentale che abbiamo posto al centro dell’incontro: il destino della chimica e della chimica verde in Italia».

Posizione “morbida” del Governo, dunque, nei confronti di Eni (che ha una partecipazione pubblica): il ministro Guidi ha sottolineato «che non c’è alcuna intenzione di smantellare la chimica in Italia. Pur nel rispetto dell’autonomia gestionale dell’Eni, seguiremo con attenzione gli sviluppi del piano relativo affinchè si realizzi un progetto solido che dia prospettive di crescita e occupazionali».

Delusione e forte preoccupazione anche tra i rappresentanti sindacali del territorio. Giovanni Tavera, segretario della Uiltec di Sassari: «Sì, siamo delusi – ha detto a conclusione della riunione al Ministero – perché aspettavamo qualche segnale concreto, in particolare dal Governo, con una posizione più forte e meno attendista nei confronti di Eni. Prendere tempo non serve, anzi aggiunge ulteriori problemi a quelli già esistenti. Una industria come quella della chimica verde, compatibile sotto il profilo ambientale, può essere strategica per la Sardegna e per l’Italia».

L’unica notizia positiva, al momento, è quella del tavolo aperto al Ministero con un incontro previsto in agenda ma che non dovrebbe svolgersi prima di un mese. In mezzo c’è lo sciopero nazionale del 20 gennaio e - molto probabilmente - una mobilitazione in Sardegna con la quale si giocano le ultime carte per salvare un progetto di sviluppo che altrimenti è destinato a diventare l’ennesima incompiuta. Un taglio alle speranze di creare posti di lavoro e di salvare quelli ancora rimasti attivi.

L’invito al Governo a fare la sua parte nella politica industriale è esteso anche alla Regione sarda che - dalle organizzazioni sindacali - è stata più volte accusata di non avere assunto un ruolo determinante nel pungolare il Governo e la stessa Eni.

«La realtà dei fatti dice che le parole dei vertici di Eni e Versalis – ha detto il senatore del Pd Silvio Lai – in questi anni sono state disattese. Crediamo che si debba verificare, mediante la Cassa depositi e prestiti, se esistano alternative alla cessione a un fondo straniero. L’unica strada percorribile per fare in modo che la chimica non scompaia è che siano realtà del nostro Paese ad occuparsene».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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