La Nuova Sardegna

S’Antoni ’e su fogu Un rito propizio anche per il turismo

di Paolo Curreli
S’Antoni ’e su fogu Un rito propizio anche per il turismo

Mario Paffi del Museo delle maschere di Mamoiada «Tradizione e cultura, ricchezza dei nostri centri»

16 gennaio 2016
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MAMOIADA. Da stanotte i grandi falò dedicati a Sant’Antonio cominceranno a rischiare le notti di molti centri della Sardegna. Un rito antichissimo con cui si omaggia la divinità che ha regalato il fuoco agli uomini, nella tradizione cristiana dei sardi proprio Sant’Antoni ’e su fogu che nascondendola con un sotterfugio portò dall’inferno la brace all’umanità infreddolita.

In Barbagia sarà l’occasione per la prima uscita delle maschere rituali; i Mamuthones e Issohadores a Mamoiada, a Ottana Boes e Merdules e Sos Thurpos di Orotelli, danzeranno intorno ai falò, e percorreranno le strade dei paesi per scacciare con le danze e i campanacci le ombre del freddo e dell’inverno.

Un rito propiziatorio che sul fronte del turismo pare funzionare egregiamente. «L’interesse è sempre in crescita. L’anno passato abbiamo staccato più di 18mila biglietti, che per un piccolo museo lontano dai flussi turistici è davvero un ottimo risultato» dice Mario Paffi della cooperativa Viseras che gestisce il Museo delle Maschere Mediterranee di Mamoiada. «Mamoiada, Orotelli e Ottana si sono associati attorno al progetto “Maskeras”, una dichiarazioni di intenti che va nella giusta direzione, quella di strutturarsi per una migliore offerta turistica – prosegue Paffi – concretizzando il lavoro fatto in 15 anni dal museo che nelle sale dedicate al carnevale barbaricino ospita tutte le maschere della zona. Un altro importante obiettivo è quello di far riconoscere queste tradizioni antichissime come patrimonio dell’umanità da parte dell’Unesco. Riconoscimento che ci darà grande visibilità, ma obbligherà tutti in un percorso di credibilità cercando di essere fedeli alla tradizione senza riproposizioni più o meno immaginifiche». A proposito di veridicità il museo delle maschere di Mamoiada ha posto il proprio imprimatur scientifico sull’iniziativa della Nuova Sardegna. Una serie di stampe che accompagneranno i lettori, a partire da oggi, in un viaggio tra le maschere tradizionali.

Ogni disegno del giovane artista Luigi Crobu è stato vagliato dallo staff del museo. «Abbiamo accettato con entusiasmo. Il fatto che un giornale importante come La Nuova riconosca la nostra consulenza scientifica, è il coronamento di tanti anni di lavoro. L’opera di Crobu è corretta sotto tutti i punti vista e, oltre l’aspetto artistico, una documentazione perfetta delle maschere del carnevale sardo».

Ma chi è il turista disposto a venire in Sardegna al di fuori della stagione dei bagni e dell’abbronzatura. Per Mario Paffi è proprio il tipo di persona curiosa e colta a cui la Barbagia può offrire la sua cultura e le sue bellezze nei mesi “spalla” della stagione estiva. «Intanto ha una capacità di spesa superiore a quella del classico turista mordi e fuggi del “fine settimana lungo” al mare – precisa Paffi–. È colto, ha un forte interesse per la cultura, la gastronomia e per i prodotti del territorio. Vive correttamente i riti del Carnevale come manifestazione della cultura agropastorale in cui ama immergersi anche scoprendo la ricchissima offerta di cibi e vini. Non dimentichiamo che le nostre cantine – tutte note e premiate a livello internazionale– hanno legato la loro immagine al Carnevale tradizionale, citando la maschera nel loro marchio».

Fare rete, proporre un’offerta unica; pare che adesso i buoni propositi stiano diventando realtà. «Quest’anno proponiamo il biglietto unico con il museo Nivola di Orani. A pochi chilometri da Mamoiada si potrà visitare la raccolta di un artista straordinario. Certo fare tutto in un giorno non è semplice per un turista – conclude Mario Paffi–. Ma non dimentichiamo che a Nuoro c’è il nuovo Museo del Costume che espone una raccolta straordinaria e resta un punto di riferimento per gli studiosi e gli appassionati di etnografia. Il nostro territorio, inoltre, è ricchissimo anche dal punto di vista archeologico».

Stasera i grandi falò propizieranno anche la crescita del territorio, tra tradizione e cultura, le ombre scure del lungo inverno della crisi sembreranno più lontane e forse il frastuono dei campanacci riuscirà a scacciarle o farle almeno dimenticare.

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