La Nuova Sardegna

Una telenovela che dura da 17 anni

Una telenovela che dura da 17 anni

La legge è del 1998, la Ue ha avviato l’indagine per concorrenza sleale nel 2004

18 gennaio 2016
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SASSARI. Tutto ebbe inizio nel 1998. A Cagliari governava il centrosinistra con Federico Palomba al vertice della Regione. Fu allora che venne approvata la legge 9 che riconosce contributi agli albergatori per la riqualificazione delle loro strutture. Si tratta di soldi in arrivo dalla Europa, per i quali è previsto un preciso iter. Nel 2000, quando nel frattempo al governo della Regione si era insediato il centrodestra, viene emanato il bando per distribuirli. Due anni dopo 28 strutture ricettive ottengono i finanziamenti erogati dal Banco di Sardegna: la Ue, tramite la Regione, stanzia i fondi e gli imprenditori pagano così i lavori di ristrutturazione. Ma passano altri due anni e scoppia il caso.

La Commissione europea, infatti, decide di accendere i riflettori dopo la denuncia di un albergatore rimasto escluso dal bando. E subito viene alla luce una procedura poco chiara, tanto da indurre la Commissione ad avviare un’indagine formale per aiuti di Stato attuati abusivamente, e dunque fermamente vietati dalle norme comunitarie. Ed è a questo che si scopre che quei finanziamenti previsti dalla legge 9 del 1998 potevano essere concessi solo agli imprenditori che non avessero ancora avviato i lavori di ristrutturazione al momento della presentazione della domanda. Altrimenti si sarebbe trattato di violazione alla libera concorrenza. Un particolare che, però, era stato omesso dalla Regione, di cui gli albergatori sono venuti a conoscenza solo quando l’Europa ha dichiarato che dovevano essere restituiti.

Nel 2008 viene riconosciuta colpevole la Regione, che presenta appello davanti alla Corte europea, che nel 2012 conferma la sentenza di condanna con recupero immediato. A quel punto, la Regione emette un decreto ingiuntivo nei confronti degli albergatori, contestato fino al luglio 2015, quando il tribunale di Cagliari, dopo due sentenze del Tar e del Consiglio di Stato, dichiara inammissibile la richiesta di risarcimento del danno da parte degli imprenditori. Cinque giorni dopo i 28 albergatori interessato ricevono la lettera della Regione con la richiesta di restituzione immediata dei finanziamenti ottenuti 13 anni prima. Il tutto entro 5 giorni. Nel frattempo la Regione propone alla Ue una rateizzazione, rigettata però dagli albergatori. Che ora confidano solo nella sentenza della Corte d’appello. Con la speranza che rovesci quanto deciso in primo grado. (al.pi.)

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