La Nuova Sardegna

Vietato importare l’insetto brasiliano che salva gli eucalipti: miele sardo a rischio

di Salvatore Santoni
Vietato importare l’insetto brasiliano che salva gli eucalipti: miele sardo a rischio

Un parassita infesta gli alberi, le api restano senza nutrimento e gli apicoltori della Sardegna lanciano l'allarme: in pericolo la produzione

20 gennaio 2016
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SASSARI. Nell’isola c’è un parassita che infesta gli eucaliptus e mette a rischio la filiera del miele sardo. Dall’altra parte del mondo, in Brasile, c’è un antagonista pronto a cibarsi dell’insetto infestante. Tecnicamente si chiama lotta biologica, ma in Italia non è consentito introdurre specie non autoctone. E così le piante sarde stanno morendo sotto i morsi del fastidiosissimo Thaumastocoris Peregrinus creando molti problemi agli apicoltori, che ora lanciano l’allarme: «Il 60% della produzione di miele è di eucalipto: il settore rischia collasso».

La storia. Il fastidioso insetto è stato segnalato per la prima volta a Ussana e Arbatax verso la fine del 2014. Nel settembre scorso, dopo una primavera-estate in quiescenza, il peregrinus aveva già risalito la costa orientale fino a Olbia. I ricercatori dell’università di Sassari hanno concluso le indagini sul territorio con esiti poco rassicuranti. «Il peregrinus è presente ormai in tutta l’isola - spiega il presidente di Apiaresos, Nino Schirra - le uniche zone ancora indenni sono Ozieri e Ottana». Ecco perché gli apicoltori hanno preso carta e penna per scrivere al servizio fitosanitario nazionale, al ministero delle politiche agricole, all’assessorato regionale dell’Agricoltura e anche al presidente Francesco Pigliaru.

Caos normativo. Da una parte un decreto del Presidente della Repubblica datato 2003 e dall’altra un decreto legislativo del 2012. La prima norma vieta l’introduzione in Italia di specie aliene; la seconda consente l’importazione dell’insetto antagonista. In mezzo, schiacciati dalla burocrazia, sono rimasti decine di apicoltori sardi. Nel frattempo, in certe zone (soprattutto nel Sud dell’isola) molte piante sono già andate a farsi benedire e con loro anche i vivai di api.

L’appello a Pigliaru. Pochi giorni fa, gli apicoltori di Apiaresos, del comitato aziende agricole del Sarrabus e di Op Terra Antiga hanno scritto una missiva al presidente della Regione. Le richieste sono poche e chiare: risolvere il problema del contrasto normativo e intervenire nei confronti del ministero delle Politiche agricole per sollecitare l’autorizzazione all’importazione dell’insetto antagonista. La proposta dovrebbe approdare in conferenza Stato-Regioni l’11 febbraio. Sarà quella la sede dove potrebbe essere avviato l’iter per spazzare via il divieto di importazione dell’insetto netturbino. «L’emendamento – commenta Giuseppe Bellosi, del comitato Aziende del Sarrabus - richiederà mesi prima di diventare legge. Una volta concessa l’autorizzazione, la Regione dovrà presentare la valutazione di incidenza ambientale, con i tempi problematici che ciò comporta. E nel frattempo le piante moriranno e l'infezione si diffonderà».

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