La Nuova Sardegna

Fondi Ue agli hotel, slitta il verdetto

Fondi Ue agli hotel, slitta il verdetto

Rinviata la decisione della Corte d’appello. Interrogazioni a Roma e Bruxelles

23 gennaio 2016
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SASSARI. Il destino dei 28 albergatori rimasti imbrigliati nella paradossale vicenda dei fondi europei sarà scritto solo fra una decina di giorni. Ai primi di febbraio la Corte d’appello di Cagliari sarà chiamata a decidere se sospendere gli effetti della sentenza di primo grado. Non sarà ancora un giudizio di merito, ma la decisione potrebbe dare un po’ di ossigeno ai 18 alberghi che chiedono un risarcimento danni alla Regione. Ieri l'udienza si è dunque chiusa con una riserva che fa slittare di qualche giorno la decisione: il pronunciamento verrà poi comunicato alle parti. Sul piatto, ci sono 35 milioni di euro di fondi pubblici che gli albergatori, titolari di hotel soprattutto nel nord Sardegna, avevano ottenuto per interventi di ristrutturazione, soldi che poi sono stati condannati a restituire alla Regione, perché bollati dall'Europa come aiuti di Stato. Cifre che variano da 140mila euro fino a due milioni per ogni singola struttura. Ancora 10 giorni di agonia, dunque. Nell’attesa il loro caso è approdato a Roma e Bruxelles. Nei giorni scorsi sono state presentate due diverse interrogazioni con la questione albergatori sardi all’ordine del giorno. Alla Camera si è fatto avanti Mauro Pili, leader di Unidos, al Parlamento europeo Stefano Maullu, deputato di Forza Italia di origini sarde.

«La Regione ha adottato una serie di atti che riconoscevano la possibilità di ottenere l'agevolazione anche a chi avesse avviato la riqualificazione prima di presentare la domanda – attacca Pili nell’interrogazione al premier Matteo Renzi –. Ha di fatto agito in contrasto con il divieto di concedere gli aiuti alle imprese che avessero avviato i lavori prima della domanda. Insomma, la Regione non ha rispettato gli obblighi che le incombevano in materia di notifica degli aiuti di Stato. Il governo deve assumere iniziative in tutte le competenti sedi, europee e interne, al fine di tutelare i soggetti colpiti da una mancata notifica e da quella che appare all'interrogante un'arbitraria applicazione delle norme. Bisogna fare di tutto per evitare il fallimento di queste aziende».

A Bruxelles sulla battaglia degli albergatori ci ha messo la firma, e la faccia, l’europarlamentare Stefano Maullu, di origini sarde che ha presentato alla Commissione europea una interrogazione in cui chiede di applicare agli albergatori la formula de minimis, ovvero di classificare gli aiuti come minori e quindi non lesivi della concorrenza. «La Commissione aveva precedentemente approvato la soluzione de minimis per l'analogo caso delle imprese agricole sarde che avevano beneficiato di fondi europei – spiega Maullu –. E dal momento che gli albergatori hanno mostrato la volontà di restituire quanto precedentemente percepito, avendo già versato la prima rata del pagamento, a mio avviso la Commissione dovrebbe promuovere la formula de minimis come metodo di risarcimento, impedendo in tal modo il fallimento di molte aziende coinvolte, ma permettendo allo stesso tempo di rispettare la normativa comunitaria. Mi auguro che alla Sardegna venga garantita la possibilità di adottare questa soluzione per il piano di recupero dei contributi». (al.pi.)

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