La Nuova Sardegna

Jazz, tango e magia con Di Bonaventura

di Walter Porcedda
Jazz, tango e magia con Di Bonaventura

A Cagliari spettatori stregati dal bandeonista marchigiano Domani a Sassari la tappa conclusiva del mini-tour sardo

23 gennaio 2016
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di Walter Porcedda

CAGLIARI

Un funambolico bandoneonista all'incrocio tra jazz e musica etnica, tango e improvvisazione. Con un ensemble, quello di Band'Union, compatto e omogeneo come pochi. E' il marchigiano Daniele di Bonaventura, da sempre compagno di avventura di Paolo Fresu con il quale ha inciso nel 2010 un album straordinario per la Ecm "Mistico Mediterraneo" (assieme ai cantori corsi di 'A Filetta) e recentemente cotitolare di "In Maggiore" (ancora per la Ecm) e presente nel disco natalizio del trombettista di Berchidda "Jazzy Christmas". Di Bonaventura è anche autore di album di bell'impatto come il doppio "Nadir" inciso nel 2015 per la Tuk records, e ora l'elettrizzante "Live" con i brani dal vivo di Band'Union appunto, con cui celebra i primi dieci anni con un tour che giovedì ha debuttato al Jazzino di Cagliari per fare rotta ieri al Poco Loco di Alghero e oggi alle 21 e domani alle 19 al Vecchio Mulino di Sassari, con la possibilità di un doppio live alle 21, viste le richieste.

L'occasione è d'altra parte di quelle imperdibili, come ha dimostrato il pubblico che, sin dalla prima tappa, ha tributato a Band'Union una calorosa accoglienza. Sul palco con Di Bonaventura, impagabile virtuoso del bandoneon anche il solido Felice del Gaudio al contrabbasso, Alfredo Laviano, drummer e percussionista, mago del colore e, l'algherese Marcello Peghin alla chitarra a dieci corde, alter ego del solista, capace di dare profondità sviluppando le intuizioni del leader in assoli di pregio e incantevole architettura sonora. Mai fuori dalle righe, perfettamente incastonati nel sound unico e originale di questa band. Sound che è poi il vero punto di forza creativo di Band'Union.

Un suono che cuce le differenti trame di un ricchissimo patchwork. Compendio di una musica liquida che ha attraversato il mare magnum delle roots sudamericane, tra echi di perdute e lontane milonghe, memorie folk uruguayane fino a sanguigne citazioni di "canyengue", forse il più antico degli stili del tango, ballato a sorpresa dal vivo, e in finale di concerto, a passi serrati da una coppia di autentici tangueros argentini, "pescati" tra gli spettatori.

Sono punti di passaggio di un live che offre senza soluzioni di continuità due lunghe e avvincenti suite, dove Di Bonaventura e Band'Union pescando da un lussureggiante repertorio estraggono brani di rara bellezza evocativa. Folgoranti pezzi di musica intrisa allo stesso tempo di una dolce e amara melodia. Musiche che parlano di passioni e di amori, di abbandoni e tristezza, toccando tutte le corde del sentimento. In questo si mescolano standards e brani originali come "Canto", amarcord abruzzesi ed echi di cumparsita o slow da danzare sotto le stelle.

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