La Nuova Sardegna

La famiglia della Cristinzio si divide sulla ricompensa

di Paolo Merlini
Irene Cristinzio, svanita nel nulla l'11 luglio del 2013 all'età di 64 anni
Irene Cristinzio, svanita nel nulla l'11 luglio del 2013 all'età di 64 anni

Dal Molise la madre della donna scomparsa a Orosei ha offerto centomila euro Critici il marito e i figli: «Si rischia di alimentare fenomeni di sciacallaggio»

23 gennaio 2016
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OROSEI. A due anni e mezzo dalla scomparsa di Irene Cristinzio, l’insegnante in pensione sparita nel nulla a Orosei l’11 luglio 2013 durante la consueta attività di jogging mattutino, è evidente, se non proprio uno scontro, una profonda diversità di vedute sulla strategia da adottare tra la famiglia d’origine della donna, nata in un paesino del Molise, e quella che aveva costituito a Orosei, dove si era trasferita poco dopo la laurea per insegnare nelle scuole medie. A dividere questa volta è la ricompensa di centomila euro offerta dall’anziana madre di Irene Cristinzio a chi fornirà notizie sulle sorti della figlia. Proposta che non vede d’accordo il marito e i figli della donna: si rischiano fenomeni di sciacallaggio, dicono, avevamo a suo tempo valutato questa ipotesi ma d’intesa con la magistratura si era deciso di scartarla.

Ieri il caso Cristinzio è approdato al programma “I fatti vostri” in onda su Raidue. In studio, nella “piazza” di Magalli, il marito della donna Antonino Nanni, ragioniere commercialista, e la figlia Nicoletta, avvocato, accompagnati dal legale che assiste la famiglia, Nicodemo Gentile. È stata inoltre trasmessa una testimonianza di Michele Cristinzio, fratello della donna, registrata a Monteroduni, il paese in provincia di Isernia in cui risiede anche l’anziana madre Giuseppina, il quale ha ribadito l’offerta di centomila euro a chi «riporterà a casa Irene». «Io e mia madre vogliamo rivederla, viva possibilmente, oppure ahimè con un triste epilogo, anche se crediamo che potrebbe aver retto allo stress di questo anomalo rapimento», ha aggiunto l’uomo che ha ricordato come nelle settimane prima del rapimento la sorella fosse molto turbata. Una tesi che sostiene da tempo anche se non ha mai detto esplicitamente (almeno ai cronisti) quali fossero i motivi di queste preoccupazioni. Infine, rivolgendo lo sguardo alla telecamera, Michele Cristinzio ha lanciato un ultimo appello: «Irene, tieni duro perché spenderemo tutte le nostre forze economiche e fisiche per riaverti, in qualsiasi condizione». Alludendo, con tutta probabilità, al fatto che nella tragica eventualità che la donna sia morta, la famiglia d’origine pagherebbe anche per la restituzione del corpo.

Su un altro registro le dichiarazioni dei Nanni, che continuano a confidare nell’operato degli investigatori e anzi auspicano un maggiore impegno. Le campagne attorno alla casa della famiglia, in via Nurache, dove ogni mattina l’ex insegnante camminava per circa mezz’ora, sono state battute in lungo e in largo alla ricerca della donna, ma non sarebbero stati utilizzati tecnologie e filmati satellitari per fare luce su quanto accadde in quei luoghi la mattina dell’11 luglio.

I Nanni sono sostanzialmente critici, invece, sulla ricompensa offerta dalla madre della loro congiunta. «È il disiderio di una donna di 84 anni che vorrebbe riabbracciare la propria figlia», dice Nicoletta Nanni. «Rispettiamo la sua scelta – continua – ma a noi pare una via insidiosa da intraprendere. Si rischiano di alimentare fenomeni di sciacallaggio che sarebbe difficile gestire e smascherare. Anche noi avevamo pensato a suo tempo a un’eventualità del genere, ma avevamo accantonato l’ipotesi dopo esserci confrontati con gli inquirenti, che ci avevano sconsigliato di intraprendere una simile iniziativa».

Per la famiglia Nanni, ancora, quello che secondo Michele e Giuseppina Cristinzio è un «sequestro anomalo», è probabilmente uno scambio di persona. Il riferimento è a una facoltosa donna del nord Italia che ha una casa vacanze proprio vicino alla villetta di via Nurachi, e che spesso camminava nello stesso percorso della Cristinzio. «Io stessa – dice la figlia Nicoletta – dopo averla incontrata mi sono stupita della somiglianza. Il nostro timore è che qualcuno intendesse rapirla e abbia invece preso mia madre».

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