La Nuova Sardegna

Nuovo attentato, a Torpè cresce la paura

di Kety Sanna
Nuovo attentato, a Torpè cresce la paura

Nel mirino per la seconda volta in pochi giorni il padre del sindaco Omar Cabras: a fuoco il portoncino della sua casa

31 gennaio 2016
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La calma a Torpè è durata molto poco. Ad appena quattro giorni dall'ultima intimidazione ai danni di un operaio forestale, ieri un altro risveglio movimentato per il piccolo centro della Baronia. Nel mirino degli attentatori c'è ancora Pasqualino Cabras, pensionato di 76 anni, e padre del sindaco del paese.

L’attentato. La notte scorsa, infatti, a soli 11 giorni dalla precedente azione delittuosa nei suoi confronti, i malviventi usando del liquido infiammabile, hanno dato fuoco al portoncino d'ingresso della sua abitazione in via Nuoro, a pochi passi dalla chiesa parrocchiale. Una casetta su due piani, con muri bianchi e infissi di legno. Solo la porta principale ha rinforzi in ferro. Poco dopo la mezzanotte, gli incendiari hanno appiccato il rogo, poi sono scappati, protetti dal buio e dall'ora tarda. Il forte calore sprigionato dalle fiamme ha mandato in frantumi la porta a vetri e annerito i cornicioni. Uno scoppio ha svegliato di soprassalto l’anziano, ex rappresentante di commercio che da qualche tempo vive da solo. Resosi conto di quanto stava accadendo ha immediatamente dato l'allarme. Sul posto è arrivato il figlio Omar, da quasi un anno primo cittadino di Torpè, i vigili del fuoco di Siniscola e i carabinieri del paese guidata dal maresciallo Castellucci e dai colleghi nel Nucleo operativo di Siniscola. Le fiamme sono state spente in pochi attimi ma il muro è rimasto annerito e il portoncino in legno danneggiato. Per il pensionato si tratta del secondo attentato in pochi giorni. Il 19 gennaio, quasi alla stessa ora, davanti alla sua abitazione, era stato fatto esplodere un grosso petardo.

Escalation allarmante. La notizia del nuovo episodio criminoso si è diffusa in un attimo in paese e tantissime persone hanno voluto portare le propria solidarietà al pensionato. A Torpè è arrivato anche il questore di Nuoro Paolo Fassari che ha incontrato il sindaco Omar Cabras e il padre per esprimergli la vicinanza delle istituzioni. Ha promesso anche un rafforzamento dei servizi di prevenzione e un impegno assoluto nelle indagini per risalire agli autori degli ultimi fatti che hanno tolto la serenità al paese. «Non so cosa pensare – ha dichiarato il sindaco – ma tendo ad escludere ogni collegamento con la mia attività politica anche perché il clima in consiglio comunale è sereno e non si sono mai registrati attriti».

La vittima. Il padre Pasqualino è reduce da una notte insonne. Per tutta la giornata di ieri insieme ai suoi familiari si interrogava sul perché di tanto accanimento nei suoi confronti: «Non ho avuto discussioni con nessuno, non so cosa pensare – ha detto l'uomo visibilmente scosso – Mi risulta molto difficile capire chi possa avercela con me sino al punto di arrivare per ben due volte davanti alla mia casa per compiere un'azione del genere».

Le indagini. L'abitazione di Pasqualino Cabras non è dotata di impianto di videosorveglianza e, guardando attorno, neppure quelle più vicine sono provviste di telecamere. Ma non è escluso che in altre vie qualche videocamera abbia potuto registrare il passaggio dei malviventi che sembrano essere spariti nel nulla. «Il movente del gesto è in fase di accertamento – dice il comandante della Compagnia di Siniscola, Andrea Senes – Non si esclude alcuna ipotesi anche se si propende a non collegare l'attentato all'attività del figlio. Nel paese la situazione dell'ordine e della sicurezza nel complesso è positiva. Daremo il massimo impulso alle attività investigative al fine di risalire agli autori del gesto».

Le reazioni. Gli abitanti di Torpè hanno reagito con stupore alla notizia del nuovo atto intimidatorio contro il padre del sindaco. «Pasqualino aveva appena finito di riparare i danni causati dal petardo esploso davanti alla sua casa – commentano alcuni anziani seduti in strada a godersi il sole – Non capiamo che cosa possa nascondersi dietro questi episodi». Ma c’è anche chi non ha escluso l’ipotesi di una bravata, l’azione di un balordo, che punta a creare tensione in paese. Toccherà agli inquirenti fare luce sulla vicenda e riportare la serenità nel piccolo centro.

(ha collaborato Sergio Secci)

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