La Nuova Sardegna

Frasi sulla mentalità barbaricina, contestato il nuovo procuratore generale

Il procuratore generale Roberto Saieva durante l'apertura dell'anno giudiziario
Il procuratore generale Roberto Saieva durante l'apertura dell'anno giudiziario

Critiche in consiglio regionale e sui social network per le parole usate da Roberto Saieva all’inaugurazione dell’anno giudiziario

01 febbraio 2016
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CAGLIARI. Delitti d’impeto in Sardegna spesso «sorretti da moventi che si radicano nella cultura degli ambienti agropastorali?».  Assalti ai portavalori nella cui esecuzione si sarebbe «trasfuso l’istinto predatorio, tipico della mentalità barbaricina, che stava alla base dei sequestri di persona?». Le parole usate dal nuovo procuratore generale Roberto Saieva in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario hanno fatto indignare il capogruppo di Soberania e Indipendentzia in consiglio regionale, Emilio Usula (Rossomori), eletto nel Nuorese, che nel pomeriggio le ha stigmatizzate in aula, nell’apertura della seduta statutaria, arrivando a mettere in dubbio l’«adeguatezza» del magistrato a ricoprire l’incarico. Moltissimi e fortemente critici anche i commenti sui social network, dove la notizia sta rimbalzando in queste ore di diario in diario.

L’esponente della maggioranza ha sollecitato una presa di posizione del consiglio sulle affermazioni di Saieva, definite inaccettabili. «Saieva scivola in modo maldestro e inopportuno nel suo discorso inaugurale», ha esordito Usula citando le parole del procuratore generale estratte da un documento ufficiale, che manifestano uno «sgradevole e inaccettabile pregiudizio nei confronti della gente di Barbagia e, più in generale dei sardi, portatori di una cultura agropastorale».

«Inoltre, è pericoloso che questi banali luoghi comuni vengano espressi in un’occasione solenne come l’inaugurazione dell’anno giudiziario - ha rilevato il capogruppo sovranista -, Saieva è senz’altro meritevole di rispetto, ma mi chiedo se con queste argomentazioni non abbia dimostrato inadeguatezza a ricoprire il suo ruolo».

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