La Nuova Sardegna

Si riaccendono gli schermi: la Sardegna riscopre il cinema

di Alessandro Pirina
Si riaccendono gli schermi: la Sardegna riscopre il cinema

Santa Teresa, Torralba e Carloforte si adeguano al digitale e riaprono i battenti. In aumento anche gli spettatori: nel 2015 staccati un milione e mezzo di biglietti

01 febbraio 2016
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SASSARI. Il fascino dell’oscurità della sala cinematografica è più forte anche della pirateria web. La settima arte soffre, i fasti di una volta sono lontani, ma ciononostante riesce a non farsi sopraffare dalla tecnologia che, in modo illegale, consente ai film di arrivare prima sui piccoli schermi dei computer che su quelli grandi delle sale. Un cancro difficile da debellare, una iattura per il botteghino che da anni registra un costante segno meno. Nel 2015, però, l’inarrestabile calo di spettatori ha registrato una frenata ed è ricomparso il segno più. Una piccola risalita, trainata da fantasy e cartoni animati, che ha contagiato anche la Sardegna. Nel 2015 l’isola ha staccato circa un milione e mezzo di biglietti. Più o meno l’1,5 per cento del mercato nazionale. Una boccata d’ossigeno per un settore che negli ultimi anni, se non decenni, si trovava a vivere una crisi irrefrenabile. «Non sono più i tempi andati – ammette Alessandro Murtas, responsabile regionale dell’Anec, l’associazione nazionale degli esercenti –, ma possiamo dire che il cinema è vivo. Sui 100 milioni di biglietti staccati in tutta Italia la Sardegna rappresenta l’1,5 della quota di mercato. Un buon risultato, per questi tempi, ma anche un leggero miglioramento rispetto a un anno fa».

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Spettatori in aumento. Dopo anni di rosso, infatti, il cinema è ritornato in attivo. Nel 2015 gli italiani hanno ripreso a frequentare le sale cinematografiche. Un boom che non tiene conto dell’exploit di Checco Zalone e del suo «Quo vado?», uscito solo il 1 gennaio 2016. In dodici mesi il cinema ha registrato un più 8,5 per cento di presenze in sala. Quasi cento milioni di biglietti staccati, per un incasso, secondo i dati Cinetel, pari a 637 milioni di euro, in crescita di oltre il 10 per cento rispetto al 2014.

La rivoluzione digitale. Un segnale positivo figlio anche dell’adeguamento di diverse sale alla rivoluzione digitale in atto proprio dal 1 gennaio 2014. Da quella data, infatti, in tutta Europa le uscite cinematografiche sono distribuite nei cinema solo in formato digitale. Ma a differenza di Francia e Gran Bretagna l’addio alla pellicola ha colto impreparata l’Italia e molte sale hanno dovuto abbassare definitivamente la saracinesca.

Sale chiuse. «Con il passaggio dalla pellicola al digitale – racconta Murtas – anche nell’isola abbiamo dovuto contare diversi schermi chiusi. Penso a Iglesias, Guspini, Ghilarza, Macomer, mentre Ozieri apre saltuariamente. Però ci sono altre sale che dopo un anno di stop si sono adeguate al digitale e hanno riaperto i battenti. Come Carloforte, Santa Teresa, Torralba».

I cinema nell’isola. Attualmente in Sardegna sono attivi una cinquantina di schermi, più i multisala. Che in totale sono sei. Tre a Cagliari, due appartenenti al circuito The Space e uno a Uci Cinemas, mentre gli altri tre sono a Nuoro, Santa Giusta e Oristano. Sono bisale quelle di Olbia e Tortolì, più altri due cinema di Cagliari. Tutte le altre sale hanno invece un solo schermo.

Gallura al vertice. Una recente indagine del Sole 24 Ore ha inserito la Gallura in cima alla classifica isolana per numero di sale cinematografiche: 3,75 ogni 100mila abitanti. Al secondo posto c’è l’Ogliastra, al terzo il Sulcis Iglesiente. A seguire il Medio Campidano, Nuoro, Oristano, Sassari e Cagliari, ultima con appena una sala ogni 100mila residenti.

Il caso Sassari. Nella classifica, però, si tiene conto della provincia nel suo complesso. Cagliari città, infatti, conta un trentina di schermi, Oristano 10 e Nuoro 6, mentre Sassari ha solo il vecchio cinema Moderno di viale Umberto. Negli ultimi anni le sale storiche hanno tutte chiuso i battenti, dall’Ariston di viale Trento al Quattro colonne, fino al Verdi, poi riaperto solo come teatro. Un deserto culturale che però è destinato ripopolarsi.

Il nuovo multisala. A breve a Sassari cominceranno i lavori per il nuovo multisala che nascerà proprio intorno al vecchio Moderno. Il progetto prevede una sala principale capace di accogliere 209 spettatori. Poi una di media grandezza da 130 posti e altre due più piccole con 64 poltroncine ciascuna. Quattro grandi schermi che poi potrebbero diventare cinque. «Oggi difficilmente un imprenditore va a investire su una attività cinematografica – spiega Murtas, che a Cagliari gestisce il cinema Odissea e a Sassari proprio il Moderno –. I margini sono troppo poco redditizi per investire ex novo sul cinema. Ha senso solo se il multisala è all’interno di un centro commerciale, dove un imprenditore ha altri margini di guadagno, come è avvenuto a Nuoro. Oppure se si rileva un cinema già esistente come stiamo facendo noi a Sassari con il Moderno».

Il boom dei cartoni. Anche in Sardegna a dettare legge al cinema sono i cartoni animati e il genere fantasy. «Inside out, Il piccolo principe, Minions sono i titoli che quest’anno ci hanno fatto registrare i numeri più importanti al botteghino», racconta Murtas. Oltre ovviamente a Checco Zalone. «Ma quella è un’altra cosa, lì andiamo oltre il cinema. Zalone è un fenomeno sociale, in quella prima settimana di gennaio è scattata una sorta di psicosi. Cosa che fa comunque benissimo al cinema».

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