La Nuova Sardegna

Università, allarme di docenti e studenti: siamo a rischio stop

di Stefano Ambu
Università, allarme di docenti e studenti: siamo a rischio stop

Il rettore di Cagliari: troppe tasse, la mannaia sarà ad aprile Una commissione di esperti al lavoro per cercare un rimedio

06 febbraio 2016
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CAGLIARI. L’Università si mette a studiare. Il corso? È di sopravvivenza. Contro tagli e risorse col contagocce (e a scalare verso il basso) l’ateneo di Cagliari prova la carta della commissione di esperti, quattro, chiamata a elaborare un documento che passerà tra le mani dei parlamentari sardi e finirà tra quelle del Governo. Obiettivo: proporre una nuova formula matematica – che sia magari anche magica – alternativa ai calcoli che, al momento, penalizzano e danno sempre meno fondi alle università del Mezzogiorno. Atenei dell’isola, Cagliari e Sassari, compresi: un gioco al massacro – è stato detto e ridetto – perché chi ha di meno, non potrà necessariamente dare di più. Finendo sempre in fondo alle graduatorie romane di valutazione. E quindi di accaparramento risorse. Il rettore di Cagliari, Maria Del Zompo, era stata molto chiara qualche settimana fa in occasione dell’anno accademico. Ma ieri ha ripetuto i concetti davanti a una platea di circa quattrocento persone radunate nell’aula magna per la seduta a porte aperte di Senato accademico e Cda dell’ateneo. Il corso di sopravvivenza? Di corsa. Quasi un drammatico conto alla rovescia: «Ad aprile – ha avvertito – arriva la mannaia». Lo ha detto di fronte agli studenti e al corpo docente. Ma il messaggio lo hanno sentito benissimo anche i parlamentari sardi. E l’assessore regionale alla Cultura, Claudia Firino, e il presidente della Regione, Francesco Pigliaru. Il numero uno della giunta ha detto che sarà necessario alzare la voce, ma anche presentare la proposta alternativa giusta ai criteri di ripartizione delle risorse. Firino ha spiegato, a margine della seduta, che la Regione si impegnerà su tutti i tavoli per risolvere i problemi. Presenti anche il sindaco di Cagliari, Massimo Zedda, e l’assessore alla Cultura, Enrica Puggioni. In aula magna anche l’europarlamentare Renato Soru. Una battaglia contro gli indicatori nazionali che, parola del rettore Maria Del Zompo, penalizzano le università della Sardegna. «Le tasse aumentano – ha detto – e le risorse si contraggono. Nell’arco di 6 mesi la situazione è precipitata». Una delle beffe? «Veniamo valutati anche per il fatto – ha detto – che il grado di attrazione dalle regioni confinanti si ferma al due per cento. Senza rendersi conto che siamo circondati dal mare». Nel mirino soprattutto il calcolo del costo studente standard (cioè quanto costa formare uno studente) indicato come la madre di tutti i problemi. «L’impressione – ha detto Pigliaru – è che, da un punto di vista politico, ci troviamo davanti a una non-scelta e che la macchina stia andando avanti senza un vero controllo. Questi parametri, per noi del tutto svantaggiosi, vanno infatti nella direzione contraria rispetto al lavoro che stiamo portando avanti con il governo e che riguarda il grande investimento sul Mezzogiorno».

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