La Nuova Sardegna

Giovane scomparso a Nule, c’è un indagato per omicidio

di Nadia Cossu
Giovane scomparso a Nule, c’è un indagato per omicidio

I sospetti degli inquirenti ricadono sullo stesso minore sotto accusa per il delitto Monni

09 febbraio 2016
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NULE. Non si tratta solo di un’informazione di garanzia. Quel nome scritto sul registro degli indagati dalla Procura della Repubblica per i minori di Sassari è molto di più. È una parziale conferma del terribile sospetto che in molti hanno da tempo: Stefano Masala, il 29enne scomparso da Nule lo scorso 7 maggio, sarebbe stato ucciso.

Non si indaga più soltanto per la sua scomparsa, ora si indaga formalmente per la sua morte. E a finire sotto inchiesta è il 17enne (anche lui di Nule) già indagato per il delitto dello studente di 19 anni di Orune Gianluca Monni, ammazzato a fucilate la mattina dell’8 maggio del 2015, il giorno dopo la sparizione di Stefano. Per la prima volta dal giorno in cui il giovane nulese ha fatto perdere le sue tracce si parla quindi di omicidio.

La svolta. La svolta nelle indagini era nell’aria da un po’. Gli inquirenti in tutti questi mesi hanno concentrato l’attenzione sul minorenne e su suo cugino di 26 anni (indagato anche lui per l’omicidio Monni ma non, almeno al momento, per quello di Masala). I due conoscevano Stefano, il 17enne era stato visto con lui proprio la sera prima della scomparsa. E Stefano era anche nel locale notturno dove, la notte del famoso litigio tra nulesi e orunesi in occasione di Cortes apertas, il 17enne avrebbe impugnato una pistola contro Gianluca Monni dopo aver rivolto attenzioni “particolari” alla sua fidanzata Eleonora.
 
Gli elementi investigativi. Le indagini dei carabinieri del comando provinciale di Nuoro si sono concentrate da subito sulle macchine inquadrate dalle telecamere del paese della Barbagia la mattina del delitto. L’occhio elettronico avrebbe catturato il passaggio di due auto, una sorta di staffetta davanti al marciapiede dove la vittima aspettava il pullman. E una di queste era l’Opel Corsa del padre di Stefano Masala, poi ritrovata distrutta dalle fiamme a Pattada.
 
Da quel momento gli investigatori hanno capito che tra i due fatti di cronaca – omicidio Monni e scomparsa Masala – c’era un legame. Era quella la strada da percorrere per arrivare a una svolta.
 
La perizia sui telefoni. Sei mesi dopo il delitto di Orune, nel fascicolo delle indagini era stato inserito un altro importante tassello: la perizia sui cellulari sequestrati agli unici due indagati per l’omicidio di Gianlucae. Si era detto che l’esame dei telefoni avesse rivelato dettagli molto importanti. E, alla luce di questa ultima novità investigativa, non è escluso che da questi accertamenti siano venuti fuori elementi che hanno convinto la Procura dei minori a indagare il 17enne anche per l’omicidio di Stefano Masala. La perizia sui telefoni si sarebbe infatti concentrata sia sui contatti che i due indagati avevano avuto nei giorni immediatamente precedenti l’uccisione di Monni, sia su quelli dei giorni successivi. Chiacchierate dove potrebbero aver parlato proprio del 29enne scomparso. Erano state anche individuate, nella stessa perizia, le celle telefoniche che i cellulari avevano agganciato negli attimi in cui il diciannovenne veniva ammazzato e in quelli seguenti.
 
La moto sequestrata. A fine novembre erano stati eseguiti gli accertamenti non ripetibili sulla grossa moto da strada che il 26enne di Ozieri – cugino del minorenne – teneva nel garage di casa e che gli era stata sequestrata dai carabinieri su disposizione della Procura della Repubblica di Nuoro. I militari del Ris (reparto investigazioni scientifiche) hanno esaminato la due ruote di proprietà del giovane, sospettato di essere anche lui coinvolto nel delitto di Gianluca. aIl sequestro della moto sarebbe direttamente riconducibile proprio alla scomparsa di Masala, i carabinieri hanno cercato tracce ematiche e impronte sulla carenatura, sui pedali e sul manubrio della moto. Al momento su questo fronte non ci sono novità ufficiali, il risultato di questi accertamenti potrebbe non esser stato ancora comunicato agli inquirenti.
 
L’appello dei familiari. Solo due giorni fa il padre di Stefano Masala, in una lettera, aveva chiesto aiuto a chiunque sapesse qualcosa su suo figlio. E d’altronde in tutti questi mesi i familiari non si sono mai arresi, hanno lanciato diversi appelli nella speranza di ritrovare vivo il loro ragazzo. Ora c’è un indagato per l’ipotesi di omicidio. Ma del corpo di Stefano non c’è traccia.
 
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