La Nuova Sardegna

IL processo a perugia

Uccisero un carabiniere: ergastolo per Arzu e Pala

di Antioco Fois
Uccisero un carabiniere: ergastolo per Arzu e Pala

PERUGIA. Ancora ergastolo per Raffaele Arzu e Pietro Pala. Questa volta in via definitiva. La Corte di cassazione ha messo il punto al processo per l'omicidio del carabiniere Donato Fezzuoglio,...

11 febbraio 2016
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PERUGIA. Ancora ergastolo per Raffaele Arzu e Pietro Pala. Questa volta in via definitiva. La Corte di cassazione ha messo il punto al processo per l'omicidio del carabiniere Donato Fezzuoglio, confermando la pesantissima sentenza che la Corte di assise d'appello di Perugia aveva emesso oltre un anno fa nei confronti dell'ex superlatitante di Talana e dell'allevatore originario di Orune. Per la giustizia italiana i due facevano parte del commando che nel gennaio del 2006 assaltò il Monte dei Paschi di Siena a Umbertide (Perugia) e uccise in un conflitto a fuoco il carabiniere scelto di nemmeno 30 anni, intervenuto sul posto per sventare la rapina. A 10 anni da quel tragico lunedì, dopo che la prima sezione penale del Palazzaccio ha rigettato le istanze delle difese, rimane solo il dolore delle famiglie coinvolte nella tragedia. «La conferma degli ergastoli per gli assassini di mio marito era il minimo che la giustizia potesse fare – commenta Emanuela Becchetti, vedova del carabiniere assassinato –. Ci speravo. Non è una vittoria ma mette fine al nostro calvario». Di giustizia ingiusta parla invece la moglie di Pietro Pala. «La sentenza – commenta a qualche ora dal pronunciamento – non ha reso giustizia alla moglie del povero Fezzuoglio perché non è questa la verità. Le ho scritto, perché capisco il suo dolore e spero che un giorno emerga la verità. Né uno né dieci ergastoli colpirebbero la coscienza pulita di mio marito». I due condannati hanno appreso in cella la decisione che li destina a passare in carcere il resto della vita. A Buoncammino, a Cagliari, Raffaele Arzu, dov'è stato trasferito da Prato in via provvisoria per essere presente in aula a un altro processo. Nel supercarcere di Spoleto Pietro Pala, dove sta scontando la pena. Il 30 gennaio di dieci anni fa un fuoristrada aveva sfondato la vetrina della banca di Umbertide. Entrano in azione sei persone, tra autisti, pali e rapinatori. Il bottino è di 80mila euro. Ma fuori dalla filiale si è già scatenato l'inferno. I carabinieri sono già sul posto e tutti sparano. Fezzuoglio e l'appuntato Enrico Monti aprono il fuoco facendosi scudo con l'auto di servizio e dalla Lancia Thema, auto d'appoggio dei bandidi, il crepitio di un kalashnikov copre tutti gli altri rumori. A imbracciare il fucile d'assalto, per i magistrati, era Pietro Pala. L'ex primula rossa di Talana, invece, si sarebbe aperto la strada a furia di pallottole, fino a fermare un'auto con a bordo la 84enne Teamide Scalzi. L'anziana, che i banditi avevano sparato a una gamba per sollecitarla a lasciare la macchina, aveva poi riconosciuto in una foto di Arzu una grande somiglianza con uno degli assalitori. A terra erano rimasti Fezzuoglio, ucciso con un colpo di kalashnikov alla schiena “in un'azione vigliacca”, dissero i giudici di primo grado, e Monti, ferito ma vivo. Alla guida della Thema, che aveva sgommato, lasciando i tre banditi in balia del fuoco nemico, ci sarebbe stato Ivo Carta, orunese giustiziato qualche mese dopo con 11 fucilate in un bar del paese. L’allora 25enne di Talana sparì tra le nebbie della latitanza. L’anno seguente, una successiva sentenza, lo colloca sul luogo di un'altra rapina in Umbria, al supermercato Pam di Perugia, che si trasformò nel set di una scena da far west, con spari e feriti. Anche per quel colpo fu condannato Pietro Pala, assieme ad altri sardi, e le indagini fornirono diversi elementi e una traccia per il processo Fezzuoglio. Il Viminale cancellò il nome di Arzu dalla lista dei 30 super ricercati il giorno dell'Immacolata del 2009, braccato da cento carabinieri e arrestato quando era in visita alla compagna.

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