La Nuova Sardegna

In 300 per fermare gli abbattimenti

In 300 per fermare gli abbattimenti

La task force del corpo forestale è stata bloccata dai manifestanti. Contestato anche il sindaco Gigi Littarru

12 febbraio 2016
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DESULO. Una piccola Pratobello a mille metri d'altitudine, in uno dei passi storici di raccordo tra la Barbagia di Belvì e quella di Ollolai. Li si è riunita una piccola folla, alcune centinaia di persone, per impedire alla task force della Regione di abbattere i maiali allo stato brado.

“Goddettorgiu” per un giorno si è trasformata nel simbolo di una lotta pacifica tra gli allevatori di Desulo, le loro famiglie e alcuni conoscenti dei paesi vicini, giunti a dare man forte. Il tutto si è svolto in una mattina di febbraio, con il dispositivo regionale, composto da una trentina di forestali, carabinieri e veterinari che si sono recati verso la Foresta Girgini e i pascoli d'altura. Ma arrivati al bivio di “Goddettorgiu”, i forestali si sono imbattuti in un gruppo di persone che li ha fermati. Col passare del tempo, circa trecento persone si sono radunate nello spiazzo che conduce verso la foresta sacra per i desulesi. Non soltanto allevatori, ma anche persone comuni, fidanzate, mogli e qualche anziana. Sul posto è arrivato anche il sindaco di Desulo, Gigi Littarru, bersaglio di insulti e male parole: viene processato come il responsabile degli abbattimenti, colui che ha portato “sa dusticia” a uccidere i maiali. Ma tutti sanno che la responsabilità non è sua e che esiste una legge regionale, affidata per eseguirla a un’apposita unità di progetto, per cancellare l'endemia della peste suina africana.

Ma in una fase simile serve un parafulmine e il sindaco desulese, accusato anche di “volere il parco” è stato bersaglio facile e in più col disagio di essere da solo a fronteggiare un problema di proporzioni immense. È seguita una lunga fase di discussione con le forze dell'ordine. I carabinieri della compagnia di Tonara e quelli della stazione di Desulo hanno cercato di calmare gli animi. Sono intervenuti anche gli uomini della Forestale. La tensione è salita alle stelle. Gli animi si sono infiammati. Sono arrivate anche alcune persone da Orgosolo e da Fonni a rinforzare le fila dei contestatori.

Col passare del tempo gli animi si sono rilassati ed è emersa la linea della Regione sugli abbattimenti, così come è stata chiarita la linea dei manifestanti: «Non siamo contro le regole – hanno protestato – ma non ci possono abbattere le bestie indiscriminatamente e senza controlli sanitari. Ma soprattutto chiediamo una proroga dei termine per le regolarizzazioni».

Una richiesta il cui accoglimento sembra assai difficile, come ribadito a chiare lettere dalla Regione la legge va applicata, perché altrimenti il governo romano era pronto a commissariare la Sardegna per la lotta alla peste suina.

Nella tarda mattinata è prevalsa la linea della mediazione. E la task force regionale si è ritirata. In attesa di decisioni da parte della Regione e il pensiero già rivolto ai prossimi imminenti blitz dell’Unità di progetto. «È necessario che la Regione riapra il dialogo sulla questione della suinicoltura – ha ribadito il sindaco di Desulo –. Oggi mi sono ritrovato da solo a gestire una situazione incandenscente. Comprendo le ragioni dell'assessorato, ma qua c'è una comunità di persone, non solo desulesi, che chiede risposte e responsabilità. Ritengo che la Regione non possa lasciare le amministrazioni da sole a gestire fenomeni di questa portata».

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