La Nuova Sardegna

Coldiretti: puntiamo sulle castagne

di Pasquale Porcu
Coldiretti: puntiamo sulle castagne

Potrebbero produrre un reddito per 16 milioni, ora il fatturato è di 300mila euro

16 febbraio 2016
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CAGLIARI. Castagne come un piccolo tesoro capace di produrre una ricchezza di 16 milioni di euro in un’economia sofferente come quella dell’isola. Dalle elaborazioni dei dati Laore da parte della Coldiretti, potenzialmente il mercato delle campagne può arrivare ad una produzione lorda vendibile di circa 16 milioni di euro, oggi fermo a 300 mila euro. «È una coltura a lungo trascurata ma che rappresenta un'ottima integrazione al reddito per le nostre aziende agricole delle aree montane – commenta il presidente di Coldiretti Battista Cualbu –. È una delle colture più redditizie che richiede poche spese, non servono neppure trattamenti». A risvegliare l'attenzione per la coltivazione delle castagne è stata l'agenzia Laore in collaborazione con alcune aziende della Barbagia-Mandrolisai. Oggi in Sardegna sono stimati circa 2mila ettari destinati alle castagne. Quelli riservati alle piante da frutto sono poco più della metà (oltre mille ettari). Il 90% dei quali sono ubicati nella Barbagia-Mandrolisai (Desulo, Tonara, Belvì, Aritzo), il 5% a Seui e nella Barbagia di Ollolai, il restante 5 per cento nel Goceano e nel Montiferru. In ogni ettaro possono essere impiantate circa 100 piante di castagno, ognuna della quali a regime produce circa 40 chili (40 quintali a ettaro). I tecnici Laore dal 2007 hanno cominciato un piano di ristrutturazione, con l'individuazione e selezione delle biodiversità locali che meglio si adattano al mercato (le cui due qualità più importanti sono la facilità nella sbucciatura e le dimensioni). Hanno già innestato circa 150 ettari a marroni e castagne che rispettano queste esigenze. In pratica stanno adattando, nel rispetto delle biodiversità locali, la produzione alle richieste del mercato. Il tipo di castagna prodotto è infatti fondamentale. Quelle piccole e difficili da sbucciare non hanno praticamente mercato (costano circa 1 euro), e non vengono neppure raccolte se non a livello familiare. I marroni e le castagne che sbucciano e hanno una certa grandezza vanno invece a ruba e costano circa 4 euro. Per questo con tutti i mille ettari in produzione, potenzialmente si potrebbe arrivare ad un fatturato di circa 16milioni di euro. «Il mercato aspetta le nostre castagne – spiega il presidente Battista Cualbu –. Stiamo importando la quasi totalità del prodotto mentre la poca produzione locale va a ruba e la vendono quasi tutta nelle sagre, per un fatturato intorno ai 300mila euro. Le prospettive sono ottime e ci consentirebbero di aumentare di oltre il 5mila per cento il fatturato. La Coldiretti da tempo sostiene questa coltura. Lo testimonia anche il riconoscimento ottenuto dall'associazione castanicola forestale di Desulo, che nel 2008 vinse l'Oscar green».

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