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Arru: una verifica ogni tre mesi

Arru: una verifica ogni tre mesi

L’assessore: da dicembre potenziato il potere di controllo delle Asl

18 febbraio 2016
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CAGLIARI. La Regione segue con attenzione gli sviluppi del caso Decimomannu. Fin da subito, appena è venuto alla luce lo scandalo dei maltrattamenti, l’assessore alla Sanità, Luigi Arru, ha esternato il suo disappunto, la sua rabbia per quelle immagini inequivocabili. In questi giorni in molti, però, si chiedono come la Regione pensa di comportarsi nei confronti della struttura Aias di Decimonannu, quali provvedimenti intenda prendere verso il centro disabili nell’occhio del ciclone. «La Regione sta dando seguito alle prescrizioni previste dal provvedimento del giudice – spiega Arru –, comunicando alla Asl le disposizioni della magistratura. In questo momento è l'unica cosa che dev'essere fatta».

Le immagini delle continue violenze, minacce, ingiurie nei confronti dei disabili hanno sconcertato il Paese. Filmati choc che hanno messo in dubbio le modalità di funzionamento di questo tipo di strutture. A partire dalla presenza dei medici al loro interno all’efficacia dei controlli esterni. Dubbi che l’assessore prova a spazzare via. «Quanto scoperto dagli inquirenti – dice Arru – è il risultato di un'attività di indagine straordinaria e non ordinaria, che ha previsto l’utilizzo di telecamere e poi intercettazioni telefoniche e ambientali. La Regione, comunque, ha deciso di rafforzare il sistema dei controlli. Con la delibera di rinnovo del mandato dello scorso 29 dicembre, abbiamo assegnato ai commissari il compito di verificare la qualità e l’appropriatezza delle attività erogate nei centri residenziali e semiresidenziali gestiti da privati accreditati e di relazionare ogni tre mesi all’assessorato». Nel caso della struttura di Decimomannu, dopo le notizie dello scorso aprile, l’assessorato ha chiesto un controllo straordinario alla Asl, che ne ha effettuato due in periodi differenti. «Il punto – spiega ancora Arru – è che non si tratta di strutture in cui venivano offerti servizi di scarsa qualità, ma di ipotesi di comportamenti delittuosi, di reati. Le Asl verificano che le prestazioni sanitarie siano adeguate, ma certi comportamenti non hanno relazione con la sanità, sono in assoluto aberranti. Peraltro, a fronte dei fatti gravissimi visti nei video, ha funzionato la deontologia professionale di qualcun altro, che non ha accettato e ha denunciato».

A regolare la procedure per l’affidamento delle residenze socio-sanitarie ai privati da parte della Regione è una delibera del 2010. «C’è una prima procedura di autorizzazione, poi viene fatto l’accreditamento delle strutture, affinché vengano inserite nel sistema pubblico del privato accreditato – racconta ancora Arru –. Le direttive sono molto precise, basate su criteri matematici, e riguardano principalmente le strutture e le categorie professionali. Infine, si fanno i contratti con le aziende sanitarie. L’attività lavorativa è disciplinata dai contratti stipulati con le varie Asl. La qualità del singolo professionista è valutata dal datore di lavoro, mentre quella dei servizi dalle aziende sanitarie». (al.pi.)

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