La Nuova Sardegna

Giallo di Nule, i Ris trovano tracce di sangue sulla felpa del minorenne indagato

di Nadia Cossu
Giallo di Nule, i Ris trovano tracce di sangue sulla felpa del minorenne indagato

Gli indumenti sono del giovane accusato degli omicidi di Stefano Masala e Gianluca Monni. Ora i carabinieri dovranno verificare la compatibilità del dna ematico con quello della vittima

26 febbraio 2016
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NULE. Sulla felpa del diciassettenne di Nule indagato per gli omicidi del compaesano Stefano Masala e di Gianluca Monni di Orune sono state trovate tracce di sangue.

La perizia. Ieri mattina i carabinieri del Ris di Cagliari hanno depositato la perizia relativa agli accertamenti disposti dalla Procura sugli indumenti che erano stati sequestrati all’indagato. Il passo successivo sarà la comparazione con il Dna del trentenne Stefano Masala, scomparso nel nulla lo scorso 7 maggio, ossia il giorno prima dell’omicidio dello studente orunese.

Di chi è il sangue? È questo l’interrogativo chiave la cui risposta potrebbe dare una svolta significativa alle indagini sulla sparizione del trentenne di Nule. L’impressione è che gli inquirenti scartino a priori la possibilità che le tracce ematiche appartengano a Gianluca Monni considerato che il suo killer (e bisogna ricordare che tra i sospettati del delitto c’è anche il minorenne) gli ha sparato da distanza ed è poi fuggito a bordo di un’auto. Il sangue della vittima non sarebbe potuto finire negli indumenti degli assassini.

Ipotesi e certezze investigative. È una novità importante quella che emerge dalla perizia dei Ris perché, se verrà stabilita la corrispondenza con il Dna di Masala, il minorenne dovrà spiegare agli inquirenti come quel sangue sia finito sulla sua felpa. Ma non bisogna scartare l’altra possibilità: che il sangue sia della stessa persona che indossava l’indumento. Il 17enne potrebbe essersi fatto male in qualsiasi altra circostanza e aver macchiato la maglia che aveva addosso. E, se così fosse, gli inquirenti dovrebbero attendere gli esiti degli accertamenti sugli altri oggetti e abiti sotto sequestro.

La svolta. Gli scenari che invece si aprirebbero qualora venisse confermata la prima ipotesi sono quelli sui quali da sempre si è concentrata l’attenzione degli investigatori, sicuri che in qualche modo il 17enne sia coinvolto in entrambi i fatti di cronaca. Se il sangue di Masala è realmente finito sulla felpa del minore significa che l’indagato ha avuto a che fare con la sua scomparsa e con il suo ferimento che potrebbe poi aver portato alla morte del trentenne. E in quel caso dovrà dire che fine ha fatto Stefano e dove si trova il suo corpo.

L’attesa. Dopo questa importantissima novità l’attesa comprensibilmente si fa pressante. Da parte di chi indaga e da parte della famiglia Masala che di recente ha lanciato un appello alla Procura della Repubblica. Marco Masala, padre di Stefano, ha chiesto alla magistratura che le ricerche di suo figlio vadano avanti. A maggior ragione adesso che c’è un indagine per omicidio. Ha chiesto chiarezza su questa vicenda e che vengano messe in campo tutte le forze possibili per riportare a casa Stefano.

I due fatti di cronaca. Il collegamento tra la sua scomparsa e l’uccisione di Monni è stato preso in considerazione fin dai primi momenti successivi all’omicidio di Orune. Stefano era amico di quasi tutti i giovani del suo paese. Compreso il 17enne. Ed erano stati visti insieme in occasione della festa di Cortes Apertas nel paese della Barbagia durante la quale, secondo le forze dell’ordine, sarebbe maturato il movente che portò al delitto Monni. Quando cioè il 17enne aveva importunato la fidanzata della vittima e, ripreso per questo atteggiamento da un gruppo di orunesi, aveva anche esibito una pistola. Che gli era poi stata portata via. Una reazione che il giovane, sempre secondo la ricostruzione dell’accusa, potrebbe aver vissuto come il peggiore degli affronti tanto da spingerlo a commettere un omicidio.

Gli indagati. Dopo poco il minorenne era stato iscritto nel registro degli indagati e si era rivolto all’avvocato Agostinangelo Marras che da allora segue con attenzione tutti i passi della Procura. Indagato insieme al 17enne è anche suo cugino di 25 anni di Ozieri (assistito da Mattia Doneddu). Per entrambi le medesime contestazioni: omicidio Monni, omicidio Masala e, relativamente a quest’ultimo caso, sequestro di persona, occultamento e distruzione di cadavere.

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