La Nuova Sardegna

I fondi per l’Aias: dalle Asl sarde arrivano 15 milioni all’anno

di Silvia Sanna
Il centro Aias di Decimomannu finito nella bufera
Il centro Aias di Decimomannu finito nella bufera

È l’importo pagato nel 2015 come rimborso delle prestazioni. Fondazione Randazzo: in casa protetta caparra di 1800 euro

28 febbraio 2016
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SASSARI. Nelle casse dell’Aias atterrano ogni anno almeno 15 milioni di euro provenienti dalle Asl. È questo l’importo pagato nel 2015 da tre aziende sanitarie - Cagliari, Carbonia e Sassari – all’associazione che si occupa della assistenza e riabilitazione dei portatori di handicap e delle persone non autosufficienti. I 15 milioni sono solo una parte delle somme totali ricevute dall’Aias per le prestazioni erogate. Alle cifre rimborsate dalle Asl e provenienti dalla Regione bisogna infatti aggiungere quelle versate dai Comuni, che contribuiscono con una quota per ogni paziente ricoverato o assistito in regime di day ospital.

Non solo: l’Aias in qualità di associazione accreditata beneficia di una fetta dei finanziamenti stanziati dalla Regione sulla base della legge 162 per l’assistenza ai disabili gravissimi (104 milioni per il 2016) e di quelli per i pazienti affetti da disabilità mentale (12 milioni da spartire tra tutte le Asl). Una parte dei finanziamenti è destinata a rimborsare le prestazioni offerte dalla Fondazione Stefania Randazzo, l’altra creatura nata dalla famiglia che nell’isola ha aperto i centri Aias: alla Fondazione sono intestate tre Rsa, tutte nel Cagliaritano. Altri progetti, come il polo per disabili a Bono e Olmedo, sono invece fermi al palo.

I pagamenti Asl. La fetta più grossa dei fondi Asl finisce nel Cagliaritano, dove sono presenti 28 centri Aias e le tre Rsa della Fondazione (Selargius, Monastir e Vallermosa). Nel 2015 la Asl ha rimborsato l’Aias per le prestazioni erogate con la somma di 10milioni 995.054,74 euro. Alla Fondazione sono andati invece 2milioni 741.412,60 euro. La Asl 7 di Carbonia, invece, nel cui territorio si trovano 11 strutture Aias, di cui 8 centri di riabilitazione convenzionati e 3 case protette, per l’anno 2015 ha rimborsato le prestazioni con 3milioni 825.116,91 euro. E poi la Asl di Sassari: il totale versato l’anno scorso ammonta a 1milione 836.014 euro per le prestazioni erogate nel centro Aias di Bono e Sassari-Li Punti; nell’importo è compresa anche la quota che la Asl 1 paga per i pazienti in cura nei centri Aias di Cortoghiana e Domusnovas.

Contributi comunali. Anche i comuni fanno la loro parte, contribuendo in maniera più o meno consistente a pagare la quota per i pazienti in cura residenti nei loro territori. Generalmente la somma versata dal Comune oscilla tra i 60 e i 67 euro al giorno: a fare la differenza sono le prestazioni ma anche l’età del paziente, perché un soggetto minorenne comporta costi più alti.

Le rette. A Decimomannu, la struttura finita nella bufera per i maltrattamenti ai pazienti filmati dalle telecamere, la retta mensile si aggira intorno ai 3200 euro, da dividere tra la Regione (attraverso le Asl), il Comune e la famiglia del paziente (se ha disponibilità economiche). Alla Fondazione Stefania Randazzo, regime di casa protetta, è necessario versare una caparra a titolo di cauzione prima dell’ingresso nelle strutture: l’importo stabilito, si legge nella carta servizi, è di 1800 euro.

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